Mercoledì 24 Aprile 2024

Parigi, in passerella gli abiti da dea di Valentino

Il defilè della maison Valentino per l'alta moda della prossima estate ha riproposto lo stile di Mariano Fortuny che nel 1907 ha inventato l'abito Delphos

La sfilata di Valentino a Parigi

La sfilata di Valentino a Parigi

Parigi, 27 gennaio 2016 - Scalze sulla passerella cosparsa di foglie, petali di rose e ranuncoli rosa. Ai piedi solo un gioiello-calzare, sul seno una catena di nodi d'infinito, in testa una coroncina dorata a forma di serpente che ti rende subito una dea. Indosso un tutu di tulle tempestato di ricami e di piccoli fiori dipinti, di una lievità totale e quasi commovente. Così si è chiuso poco fa il defilè della maison Valentino per l'alta moda dell'estate che verrà tra applausi continui e qualche lacrima di emozione del pubblico per questi 66 abiti che è poco definire da sogno. Bravi, bravissimi, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, i direttori creativi che hanno rilanciato al massimo il brand di proprietà del Fondo Sovrano del Qatar, impegnati nella ricerca costante della bellezza e dell'eccellenza. Un lavoro che stavolta li ha portati a riscoprire il mondo perfetto e struggente di Mariano Fortuny che nel 1907 ha inventato l'abito Delphos, il più moderno di sempre perchè ispirato al peplo dell'Auriga di Delphi, con quel plissè che si adattava in assoluta libertà al corpo delle donne. Erano i primi del Novecento e sulla scena della danza brillavano artiste come Isadora Duncan, Loie Fuller e Ruth St.Denis che si facevano ritrarre dai grandi fotografi del tempo davanti alla Sfinge del Cairo o sotto al Partenone ad Atene appena velate dalle loro tuniche di scena, talvolta quasi nude e per allora donne rivoluzionarie. 

"Ecco abbiamo ripensato a Fortuny e a queste danzatrici del mito, per un inno alla bellezza della memoria che sa proiettarsi nel domani", dicono Maria Grazia e Pierpaolo che la fama, il successo e la gloria del fashion non ha cambiati. Professionisti, perfezionisti, appassionati del loro lavoro che proiettano per esaltarne bravura ed unicità sulle sarte e i tanti giovani apprendisti dell'atelier di Piazza Mignanelli che andrebbe considerato come un monumento nazionale di perfezione nel taglio, nel ricamo, nell'assemblaggio di vari tessuti poi anche scomposti e ricomposti come il broccato di questa collezione, nella tintura delle organze tutte plissettate ad arte a mano. Da segnalare il lavoro sui gioielli per le catene dai nodi infiniti che percorrono i bustini delle modelle come dee dei serpenti realizzati da Alessandro Gaggio e per le coroncine dei rettili ideate da Harumi Klossowski (che è la figlia dell'immenso Balthus).