Mercoledì 24 Aprile 2024

Usura, smantellata rete a Roma. 16 arresti

Tra le vittime politici e amministratori locali. Coinvolti anche due direttori di banca. "Tassi fino al 150%"

Un agente della Dia in una foto d'archivio

Un agente della Dia in una foto d'archivio

Roma, 26 luglio 2016 - Una rete di usura organizzata su tutto il territorio di Roma, che vessava le vittime, tra cui politici e amministratori locali, con intimidazioni ed estorsioni e tassi fra il 70 e il 150 per cento all’anno sulle somme prestate. Il grosso giro di affari criminali è stato smantellato dagli investigatori del Centro Operativo della Dia della capitale che dalle prime ore della mattina hanno eseguito 16 provvedimenti di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari emessi dal gip del Tribunale. L'operazione denominata "Old Cunning", avviata dal 2012, ha consentito di fare emergere "l'esistenza a Roma di un gruppo organizzato in stretti rapporti con personaggi noti negli ambienti della malavita capitolina oltremodo indicativi della caratura criminale dei capi del sodalizio e delle forti capacita' 'di presa' sulle vittime dei prestiti usurari". Tra i vertici figura Benedetto Stranieri, già tratto in arresto, nel gennaio 2015 dalla Dia di Roma, ex maresciallo dei Carabinieri diventato poi avvocato e legale del noto boss di 'ndragheta Nicolino Grande Aracri.

Nel corso delle indagini, svolte anche grazie al supporto di intercettazione telefoniche ed ambientali, sono state individuate molte vittime, tra cui politici e amministratori locali, commercianti e privati cittadini in sofferenza economica, che venivano continuamente vessati con intimidazioni e estorsioni per ottenere il pagamento delle rate concordate per la restituzione del debito. Il tasso usurario applicato variava tra il 70 per cento e il 150 per cento all'anno sulle somme prestate. 

L'indagine prende le mosse dalla figura di Antonio D'Angeli, un pensionato con una notevole disponibilità economica impegnato in una serie di consistenti operazioni immobiliari. Attraverso questa figura gli uomini della Dia di Roma sono risaliti a una grossa organizzazione criminale, con altri personaggi coinvolti, tra cui figure legate alla "banda della Magliana", e due direttori di banca. Questi ultimi agevolavano l'emissione di mutui senza alcuna garanzia, nei confronti delle vittime, allo scopo di consentire all'organizzazione di recuperare i profitti illeciti, omettendo fra l'altro di segnalare le operazioni finanziare sospette poste in essere da alcuni degli indagati. Ma anche i gestori di alcuni Bar con il compito di riciclare i proventi dell'attività attraverso la riscossione di titoli di credito degli usurati che venivano immediatamente sostituiti con denaro liquido.

Al vertice dell'organizzazione Benedetto Giovanni Stranieri che nel suo studio di avvocato a Roma, incontrava, quasi giornalmente, il D'Angeli e l'altro principale socio Roberto Castroni, ai quali dava indicazioni e ordini circa le modalità dell'attività di usura, concordando anche gli interventi nei confronti dei debitori insolventi. Come esattori la rete si avvaleva anche di personaggi di spessore criminale che attraverso minacce e atteggiamenti intimidatori riuscivano ad ottenere la restituzione del debito da parte dei più riottosi. Tutti gli arrestati sono indagati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata all' usura, al riciclaggio e all'estorsione.