Mercoledì 24 Aprile 2024

Unioni civili, Renzi: "Giusta condanna a utero in affitto". Al parlamento: "Ora si voti"

Il premier sulla stepchild adoption: "Non è il punto principale di questa legge" ma "credo giusto che il Parlamento si pronunci anche su questo.

Il premier Matteo Renzi

Il premier Matteo Renzi

Roma, 9 febbraio 2016 - Unioni civili, a poche ore dal primo voto segreto in Senato sul ddl Cirinnà, parla il premier Matteo RenziUtero in affitto e stepchild adoption, sono questi i due temi 'caldi' su cui interviene il presidente del Consiglio dalla sua e-news. Che da un lato ammonisce il Parlamento di "smettere di fare melina" sul riconoscimento delle coppie omosessuali. Dall'altro si scaglia contro la pratica dell'utero in affitto, che rende la donna "oggetto di mercimonio".

"La stragrande maggioranza degli italiani, pare di capire anche in Parlamento, vuole un istituto che legittimi le unioni civili anche per persone dello stesso sesso - scrive Renzi - . E' finita la stagione in cui nascondersi: i diritti (e i doveri) sono tali solo se sono per tutti. E' un passo in avanti". Della legge sulle unioni civili rimangono "aperti alcuni punti", continua, "su cui si confronterà il Parlamento, a partire dalla stepchild adoption: la ratio non è consentire il via libera alle adozioni ma garantire la continuità affettiva del minore. Non è il punto principale di questa legge" ma "credo giusto che il Parlamento si pronunci anche su questo". Nessuna marcia indietro sul tema delle adozioni, dunque, chiesto a gran voce nei giorni scorsi dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. Il premier aggiunge invece: "È giusto che su questi temi si voti, dopo anni in cui si è fatto melina. Perché la politica che finge di non vedere la realtà, non è seria".

Secondo gli oppositori del ddl Cirinnà il punto sulla stpchild adoption sarebbe un primo passo verso la pratica dell'utero in affitto. Punto su cui interviene il segretario del Pd, che condanna la pratica dell'utero in affitto, segno che la legge va in tutt'altra direzione. "La stragrande maggioranza degli italiani - pare di capire anche in Parlamento - condanna con forza pratiche come l'utero in affitto che rendono una donna oggetto di mercimonio - scrive Renzi-: pensare che si possa comprare o vendere considerando la maternità o la paternità un diritto da soddisfare pagando mi sembra ingiusto. In Italia tutto ciò è vietato, ma altrove è consentito: rilanciare questa sfida culturale è una battaglia politica che non solo le donne hanno il dovere di fare".