Giovedì 18 Aprile 2024

Unioni civili, Bagnasco insiste: "Diverse dalla famiglia". Nuove scintille nella maggioranza

A intervenite oggi, su Radio Vaticana, è ancora il presidente Cei, cardinale Angelo Bagnasco. E la maggioranza torna a dividersi. Binetti (Ap): "La legge Cirinnà e un copia-incolla del matrimonio"

Matteo Renzi col cardinal Bagnasco (Ansa)

Matteo Renzi col cardinal Bagnasco (Ansa)

Roma, 24 agosto 2015 - Il governo insiste sulle unioni civili? La Chiesa fa lo stesso, forse anche puntando sul fatto che in realtà la maggioranza che sostiene Renzi non è proprio unanime riguardo alla legge che il premier ha promesso sarà approvata 'entro l'anno'. Di certo l'intervento dei vescovi porta Area Popolare a premere col Pd chiedendo addirittura lo stop della legge Cirinnà, considerata da Paola Binetti un "copia-incolla della legge sul matrimonio".

BAGNASCO - A intervenite oggi, su Radio Vaticana, è ancora  il presidente Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che rispetto alle polemiche suscitate ragiona: "La polemica non aiuta ad affrontare nessun problema perché deforma la verità". E sui rapporti tra Stato e Chiesa, spiega che "nessuno può fare delle ingerenze: tutti devono portare il proprio contributo rispettando le responsabilità di ciascuno". Attacco soft come preludio per ribadire la posizione sottolineata dallo stesso Bagnasco altre volte: le unioni civili non possono essere omologate alla famiglia "perché sono realtà diverse". Quindi "bisogna riconoscere la diversità delle realtà e trattare le singole realtà secondo la concreta situazione. Omologare automaticamente mi pare che sia contro la logica".

PD - A testimonianza della divisione del governo, alcune prese di posizione antitetiche. "Le unioni civili saranno legge entro l'anno, perché il parlamento e il governo non devono chiedere il permesso ai vescovi. Libera Chiesa in libero Stato", scrive ad esempio su Facebook il senatore del Pd Andrea Marcucci, primo firmatario del ddl che istituisce le unioni civili.

Più dialogante la senatrice Emma Fattorini: "Come prima firmataria dell'emendamento che non equipara le unioni civili al matrimonio del ddl Cirinnà rilancio la provocazione di Quagliariello che dichiara 'se trovassimo tutti insieme una norma che vietasse l'utero in affitto l'intesa sarebbe trovata'. Voglio prendere sul serio le sue parole: troviamo insieme una legge che vieti questa pratica anche quando viene fatta all'estero e troviamo poi l'accordo sulle unioni civili che riconoscano tutti i diritti alle coppie omosessuali che non facciano ricorso a questa inaccettabile pratica". 

AP - Del tutto opposta la linea di Ap, forse galvanizzato dalla presa di posizione dei vescovi: "Per Delrio e il Governo sulle unioni civili si va avanti? - dice Alessandro Pagano di Area Popolare - La soluzione c'è: stop al ddl Cirinnà, proprio per 'non intaccare il valore del matrimonio come regolamentato nella Costituzione' di cui parla lo stesso Delrio. E allora avanti con la proposta di legge Pagano-Sacconi sui diritti individuali dei conviventi. Per cui no all'equiparazione al matrimonio, no all'adozione gay e no, soprattutto, all'orrenda pratica dell'utero in affitto". 

Particolarmente caustica Paola Binetti, secondo la quale "la legge Cirinnà non è altro che un copia-incolla della normativa sul matrimonio. Cambia l'etichetta ma i contenuti, le formule, la stessa ritualità rimane identica".