Unioni civili, 40 senatori ricorrono alla Consulta: "In Aula senza l'esame in Commissione"

Il gruppo, formato da senatori di Gal, Lega Nord e Forza Italia: "Non abbiamo potuto svolgere la nostra funzione"

La senatrice Monica Cirinnà prima firmataria della legge sulle unioni civili

La senatrice Monica Cirinnà prima firmataria della legge sulle unioni civili

Roma, 4 febbraio 2016 -  Nel terzo giorno di esame (e ultimo della settimana)  del ddl Cirinnà in Senato, non si placa la battaglia tra le parti politiche. L'ultimo colpo al testo che dovrebbe regolarizzare, per la prima volta in Italia, le Unioni civili arriva da quaranta senatori di più gruppi che firmano un ricorso alla Consulta contro il disegno di legge per 'conflitto di attribuzione'. Sotto accusa da parte del gruppo, formato, tra gli altri, da Carlo Giovanardi (primo firmatario), Gaetano Quagliariello, Luigi Compagna, Massimo Mauro, Andrea Augello, l'iter del ddl Cirinnà che avrebbe violato l'articolo 72 della Costituzione, il quale prevede che ogni disegno di legge sia esaminato prima in Commissione e poi in aula. Secondo i senatori invece, tra cui si contano alcuni di Gal, leghisti e eletti di Forza Italia, il provvedimento delle Unioni Civili non è stato discusso in Commissione Giustizia, ed è arrivato in aula senza relatore. Di qui il ricorso, attaccano, perché i singoli parlamentari, in quanto rappresentanti del popolo, non hanno potuto svolgere la loro funzione prevista dalla Costituzione. 

I senatori hanno dato l'annuncio in una conferenza stampa in mattinata, puntando il dito contro il presidente del Senato Pietro Grasso.  "Abbiamo messo lì - ha detto Mario Mauro - uno che non sa fare l'arbitro".  "Grasso - ha attaccato Quagliariello - è stato eletto dal Pd e da M5s; faccio appello a lui perché tuteli i diritti delle minoranze, specie di quelle che non lo hanno eletto". "Sono pessimista - ha detto in proposito Augello - perché la figura del presidente non lascia sperare vista la fibra che ricorda quella di don Abbondio". Il serata il presidente ha risposto per le rime: "Il tentativo di bloccare un'ampia discussione - ha detto - che sta consentendo a tutti di entrare nel merito dei temi, e che porterà all'attenzione dell'aula centinaia, se non migliaia di emendamenti, con un'espediente da azzeccagarbugli è una pessima idea"

Intanto il tema delle stepchild adoption (adozione del figliastro) continua a tenere banco nel dibattito sulle Unioni Civili. Ieri il ministro alla Sanità Beatrice Lorenzin,  secondo cui la stepchild adoption porterebbe alla pratica dell'utero in affitto, aveva lanciato un appello allle donne del Parlamento. Inoltre la comunità scientifica si era divisa sul dibattito delle adozioni gay. Ma il Pd tira dritto, e questa mattina il senatore Giuseppe Lumia ha ribadito che non ci saranno stralci della legge. "Non ci sarà nessuno stralcio di alcuna parte - ha detto - . Credo che il testo che stiamo per discutere in aula e che contiene la stepchild adoption sia equilibrato e in grado di avere il più largo consenso dell'aula di Palazzo Madama"