Un trattato con la Russia

ANTONIO PATUELLI

DOPO le stragi di Parigi, non solamente i problemi della sicurezza vanno visti in modo nuovo e più attento: occorre risolvere finalmente anche alcune questioni di relazioni internazionali che hanno impatto nella lotta ai terrorismi e per evitare che dalle nuove tensioni discendano ulteriori conseguenze economiche negative in un contesto internazionale che desta nuove preoccupazioni anche per questi aspetti. È davvero arrivata l’ora che l’Occidente e la Russia trovino una equilibrata soluzione diplomatica, una specie di “Trattato di pace”, sulle questioni che li hanno contrapposti in questi ultimi anni, a cominciare dalla vicenda ucraina. Le sanzioni economiche, ancora una volta, si sono dimostrate inefficaci politicamente e dannose economicamente per tutti e non hanno fatto recedere la Russia dall’annessione della Crimea e da altre iniziative legittimamente contestate dall’Occidente. Occorre, quindi, con la massima urgenza, che Occidente e Russia si accordino su queste questioni ormai incancrenite, che siano revocate le sanzioni economiche e possano essere realizzate più strette intese per la sicurezza contro i terrorismi e nuove forme di commercio e cooperazione internazionale.

INFATTI , occorre anche evitare con ogni energia che i terrorismi mettano ulteriori difficoltà alla ripresa economica dopo i lunghi anni di “gelata” internazionale. Occorre, quindi, una sorta di nuovo “Trattato di pace e di cooperazione” fra Occidente e Russia: non esistono, infatti, più le vecchie ragioni delle contrapposizioni con l’Urss che non c’è più, mentre i paesi europei, che furono satelliti dell’Urss, sono tutti indipendenti e componenti dell’Unione Europea, della Nato o di ambedue.

LA QUESTIONE più spinosa riguarda l’Ucraina che non era un paese satellite, ma che faceva direttamente parte della vecchia Urss: l’Ucraina è divenuta indipendente dopo lo sfaldamento dell’Unione Sovietica. L’emergenza terrorismi, la ricerca di maggiore sicurezza e anche la necessità di forte ripresa economica impongono alla Russia e all’Occidente uno sforzo deciso e immediato di razionalità e di costruttività. Se non ora, quando?