Mercoledì 24 Aprile 2024

Tutti nemici della pace

Cesare De Carlo

NO. NON sempre il nemico del mio nemico è mio amico, come recita un adagio arabo. Può rimanere un nemico. Prendiamo il Medio Oriente, del cui caos Obama e Hillary Clinton, aspirante presidente, sono corresponsabili. Improvvida la decisione di ritirare tutte le truppe dall’Iraq, con il conseguente vuoto di potere nella regione più esplosiva del mondo. Ecco l’ultimo caso: da ieri l’esercito saudita è nello Yemen. Combatte le milizie filoiraniane. Obiettivo: evitare che lo Stato più meridionale della penisola arabica diventi un altro protettorato dell’Iran. Come la Siria, il Libano e parte dell’Iraq. Sunniti wahabiti contro sciiti. I primi alleati degli Stati Uniti. I secondi no. Realpolitik. Con il tacito consenso del governo americano. Anche l’insana alleanza contro l’Isis va vista in una prospettiva, diciamo, pragmatica. L’aviazione americana è impegnata al fianco delle milizie iraniane che (finora) invano cercano di riconquistare Tikrit e Mosul.

L’ISIS è il comune nemico. La sua sconfitta è nell’interesse degli sciiti iraniani, di quelli iracheni, dei sunniti. E ovviamente di americani e europei. Ma se allarghiamo lo sguardo vediamo una paradossale combinazione di eventi. Nello Yemen l’Iran costringe alla fuga il presidente filoamericano Hadi. Fuggiti anche il personale dell’ambasciata americana e le forze speciali. Dallo Yemen partivano i droni contro Al Qaeda. Obama aveva parlato di «success story» strategica. E intanto a Ginevra che accade? Gli ayatollah stanno per accordarsi con il «Grande Satana». Contano di farsi la bomba se non subito in un futuro prossimo venturo. Obama lo nega. Già ora però, rivela il Washington Post, le ispezioni internazionali sono impraticabili. Quella bomba minaccerà e ricatterà non solo Israele, ma anche l’Arabia Saudita. L’Iran diventerà la potenza dominante dell’intero Medio Oriente. Scenario catastrofico. Ecco perché i regimi arabi moderati, come l’Egitto, combattono con i sauditi. Ed ecco perché gli europei aggiungono ansietà ad ansietà. Non è un segreto che l’Iran sponsorizzi il terrorismo. E nemmeno che il suo fondamentalismo religioso abbia ambizioni espansive. Come il famigerato Califfato. Ma senza tagliare la gola agli infedeli. È già una consolazione.

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