Martedì 16 Aprile 2024

Turista cacciata dall'Opera di Parigi«In prima fila con il velo integrale»

Giovanni Serafini PARIGI L'AFFARE era passato inosservato: ma adesso un sito internet lo ha rilanciato, innescando una polemica che si era cercato di evitare. È successo una paio di settimane fa, la sera del 3 ottobre, all'Opéra Bastille di Parigi. Fra il pubblico che si accalcava in sala per assistere alla rappresentazione della Traviata' c'era anche una coppia proveniente dai paesi del Golfo arabo, lui in jeans e giacca scura, lei con il viso incorniciato dalla niqab, il velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi. Nessuno aveva fatto storie quando i due si erano presentati al botteghino per pagare un posto in prima fila (231 euro a testa. È stato solo a spettacolo iniziato, quando sullo schermo dei servizi di sicurezza è comparso il viso (anzi, gli occhi) della spettatrice che è stato lanciato l'allarme. IL VICEDIRETTORE dell'Opéra Bastille, Jean-Philippe Thiellay, in un primo momento incline a lasciar perdere, è stato costretto a intervenire dopo la protesta di un gruppo di coristi: «Avrebbero smesso di cantare se non fosse stata trovata una soluzione nel rispetto della legge». Emanato dopo mille discussioni dal Parlamento francese e convalidato dal Consiglio costituzionale nel settembre 2010, il dispositivo legale vieta l'uso del velo integrale (burqa e niqab) in tutti i luoghi pubblici. Chi contravviene è punibile con un'ammenda di 150 euro e l'obbligo di un corso di educazione civica. Il seguito della storia all'Opéra Bastille è prevedibile: si è aspettato che finisse il primo atto, quindi nel corso dell'intervallo un funzionario si è avvicinato alla coppia e ha chiesto alla donna di togliersi il velo o partire. I due sono rimasti per qualche secondo in silenzio. Poi l'uomo ha afferrato la sua compagna per un braccio. «Andiamocene», ha detto. Si sono allontanati senza incidenti né proteste. Non hanno nemmeno chiesto il rimborso dei biglietti. «Mi è dispiaciuto intervenire: non è gradevole imporre di abbandonare una sala di teatro, un luogo in cui convivono apertura e comprensione. Oltretutto la spettatrice era in buona fede, non aveva nessuna intenzione di provocare». LA STORIA è arrivata fino al ministero della Cultura, che ha redatto una nota esplicativa su come ci si debba comportare in casi del genere: «Nei locali pubblici dobbiamo far rispettare le norme, armonizzare le reazioni e prevenire le difficoltà», si afferma. Voci critiche si sono comunque levate sulla stampa e sul web per ricordare che le donne che portano il velo in Francia sono un'esigua minoranza (1.900 su una popolazione di 5 milioni di musulmani) e che in realtà non rappresentano alcun pericolo per la comunità. Rispondendo a queste obiezioni la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva ribadito nel luglio scorso la validità della legge.