Sabato 20 Aprile 2024

Turchia, bimbo morto sulla spiaggia. Il padre: "Lo riporterò a Kobane"

Il piccolo aveva tre anni e veniva da Kobane. Come il fratello e la mamma, è una delle vittime del naufragio al largo della città nel sud della Turchia

La foto choc del bimbo siriano morto sulla spiaggia di Bodrum (Lapresse)

La foto choc del bimbo siriano morto sulla spiaggia di Bodrum (Lapresse)

Ankara, 3 settembre 2015 - Quattro presunti scafisti sono stati arrestati dalle autorità turche per la morte del bimbo siriano di tre anni, la cui fotografia, mentre giace senza vita sulla spiaggia di Bodrum, ha commosso e sdegnato il mondo. I quattro sospetti scafisti fermati, tutti siriani tra i 30 e i 41 anni, sono accusati di "traffico umano" e di "avere causato la morte di più di una persona". Lo riferisce l'agenzia di stampa turca Dogan. 

Il piccolo si chiamava Aylan Kurdi, aveva tre anni, e veniva da Kobane. Aylan, come il fratello e la mamma, è una delle vittime del naufragio al largo della città nel sud della Turchia: lo scatto del suo corpicino lambito dalle onde è presto diventato emblema della tragedia dei migranti. Il bimbo e il fratello avrebbero dovuto essere adottati da una zia in Canada ma la richiesta di asilo era stata respinta, per questo motivo la famiglia avrebbe quindi tentato il viaggio della speranza nelle mani degli scafisti. Unico sopravvissuto della famiglia Kurdi nella fuga da Kobane - enclave curda nella Siria del nord, da mesi terreno di aspri combattimenti con i jihadisti dell'Isis - è il padre, il cui desiderio, ora, sarebbe di potere tornare nella città siriana per seppellire i familiari. 

"Tenevo la mano di mia moglie. Ma i miei figli mi sono scivolati dalle mani. Ho cercato di risalire sul gommone, ma era sgonfio. Era buio, e tutti urlavano". E' la testimonianza - intrisa di rabbia e dolore - del padre del bambino, Abdullah Kurdi, che nel viaggio verso la Grecia ha perso tutta la sua famiglia. Dopo la tragedia l'uomo ha rifiutato l'offerta di asilo in Canada, dove vive la sorella, prima tanto desiderato, ma negato. "Parlo per evitare che altre persone vivano la nostra sofferenza, chiedo al mondo intero di ascoltarci", ha aggiunto. "Il Canada mi ha offerto asilo, ma dopo quello che è successo non voglio andare lì. Voglio portare i corpi dei miei familiari a Suruc [città turca al confine con la Siria, ndr] e poi a Kobane, e passare lì il resto della mia vita".

Intanto il Canada ha fatto sapere di non avere mai ricevuto la richiesta di asilo politico da parte del padre di Aylan Kurdi. I servizi di immigrazione canadese hanno però precisato di avere ricevuto un richiesta di asilo da parte del fratello del padre di Aylan, Mohammed Kurdi. Il documento, tuttavia, era incompleto e non rispondeva ai criteri necessari per ottenere lo statuto di rifugiato.