Mercoledì 24 Aprile 2024

Trovata la pillola contro la calvizie

Cura l’alopecia areata, una forma di diradamento a chiazze di natura autoimmune. Bene i test negli Usa. Fa ricrescere i capelli nel giro di tre o quattro mesi

Scuola di Medicina - Rubrica di Alessandro Malpelo

Scuola di Medicina - Rubrica di Alessandro Malpelo

Roma, 18 agosto 2014 — Finalmente una pillola efficace contro la calvizie. L’annuncio viene dagli States dove la severissima Food and Drug Administration (FDA) ha approvato farmaci come ruxolitinib e tofacitinib che si sono dimostrati in grado di far ricrescere i capelli nel giro di tre o quattro mesi. In particolare, la cura ha funzionato nei confronti di persone affette da alopecia areata,  fastidioso diradamento a chiazze che una volta si pensava di natura esclusivamente nervosa, mentre oggi appare legato a un disordine di natura immunitaria, lontano parente delle allergie e delle patologie reumatiche. Questo inconveniente spinge molte persone  a ricorrere al toupet (parrucca) o alla protesi, soluzioni più o meno sofisticate ed esteticamente valide, ma si tratta pur sempre di  incollare una seconda pelle sulla testa utilizzando adesivi biologici per mantenere in posizione i capelli donati, che vengono  cuciti ad arte su un sottile supporto flessibile.

La terapia farmacologica si affianca ad altre note forme di trattamento e al trapianto chirurgico dei follicoli (ma quest’ultimo non è indicato in caso di alopecia areata) e ha fatto ricrescere capelli veri su aree dove da tempo si era instaurata una calvizie permanente. Una indagine della Columbia University ha appurato che la somministrazione di ruxolitinib, una molecola di Novartis che finora ha dato risposte positive nei casi di mielofibrosi, grave malattia del sangue, e in altri campi, ha rimesso in moto un processo vitale degli annessi cutanei, la fase anagen del capillizio. In prospettiva potrebbe rivelarsi  una panacea in grado di aggredire e risolvere varie affezioni di natura infiammatoria e neoplastica. Analogo risultato era stato annunciato nel giugno scorso da ricercatori dell'Università di Yale con il tofacitinib di Pfizer, anche questa molecola, collaudata per l'artrite reumatoide, è stata testata in casi selezionati di caduta dei capelli. 

Secondo uno studio pilota pubblicato su Nature Medicine tutto parte da un segnale molecolare errato che, nel bulbo capillifero, richiama cellule infiammatorie. Queste attaccano come kamikaze la radice, in pratica uccidono la matrice sul nascere, impedendo il fisiologico avvicendamento che è alla base del processo di ricrescita dei capelli degli adolescenti e degli adulti. Un meccanismo in parte simile alla calvizie androgenetica, dove invece sono gli ormoni maschili in circolo a fare la parte dei killer. Dal punto di vista del meccanismo, i farmaci testati nella calvizie causata da alopecia areata sono immunosoppressori, inibitori di enzimi della famiglia tirosina chinasi.

Se il farmaco si dimostrerà sicuro e ben tollerato su un maggior numero di pazienti, questa sarà la prima vera cura dermatologica per una malattia esteticamente ed emotivamente molto gravosa.

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