Giovedì 25 Aprile 2024

Tour, Aru e Nibali non nascondono le proprie ambizioni a due giorni dal via

Lo scalatore sardo si è detto contento della presenza dello Squalo dello Stretto, che dal canto suo ha garantito il proprio appoggio al compagno di squadra, non escludendo comunque l'idea di puntare alla storica doppietta Giro-Tour.

Il percorso del Tour de France 2016 (Ansa-Centimetri)

Il percorso del Tour de France 2016 (Ansa-Centimetri)

Saint-Lô, 30 giugno 2016 – Al Tour de France è il giorno della presentazione ufficiale delle 22 squadre e dei 198 corridori che a partire dal prossimo 2 luglio saranno protagonisti della del Tour de France 2016. Tante interviste per i corridori più rappresentativi (con un Peter Sagan come sempre in gran forma), compresi Aru e Nibali, che non hanno nascosto le proprie ambizioni per questo Tour. «La condizione è abbastanza buona – ha esordito un Fabio Aru un po’ emozionato – siamo una squadra forte, speriamo di far bene. Con Vincenzo stiamo benissimo, sono contento che sia qui con me e con tutta la squadra, perché porta con sé tanta esperienza. Sicuramente assieme potremo fare molto bene». Alle parole di Aru hanno fatto eco quelle di Vincenzo Nibali che, un po’ in difficoltà con la lingua inglese, non ha comunque nascosto le proprie ambizioni: «Il Tour sarà la mia prima corsa dopo il Giro. La condizione è buona, sono qui per aiutare Fabio nella classifica generale. La prima settimana non è facile, sarà importante stare sempre davanti, e se le gambe risponderanno bene non è detto che non provi a puntare alla doppietta Giro-Tour».

Come accennato da Nibali, il Tour sarà impegnativo sin dalle prime tappe. Andiamo dunque a scoprire tutto quel che c’è da sapere sul percorso della 103esima edizione della Grande Boucle, disegnato anche quest’anno, con grande acume e fantasia, da Christian Prudhomme. Un percorso che, come già accaduto negli ultimi anni, riserverà diverse sorprese fin dalla prima settimana: 9 tappe per velocisti, altrettante di alta montagna, una di collina e due contro il tempo, per un totale di 3519 km lungo i quali saranno disseminati 28 gran premi della montagna. Tra una volata e l’altra, insomma, non mancheranno le tappe che vedranno protagonisti i grandi favoriti della vigilia, come Froome, Quintana e Contador, oltre ovviamente ai nostri Fabio Aru e Vincenzo Nibali.

Sarà la Normadia, e ancora più nello specifico il Dipartimento della Manica, a ospitare il Grand Départ del Tour de France 2016. A far da scenario alla partenza dei corridori sarà l’incantevole Mont Saint-Michel, patrimonio mondiale UNESCO e vera e propria perla della Normandia che ogni anno ospita più di 3 milioni di visitatori e che tre anni fa fu sede della cronometro individuale vinta da un Tony Martin ammaccato a causa di una caduta avvenuta nei chilometri finali della prima tappa. Proprio le cadute saranno l’insidia maggiore di una frazione che a Utah Beach (una delle cinque spiagge in cui 72 anni fa avvenne lo sbarco in Normandia) si concluderà in volata, offrendo così ai velocisti la possibilità di vestire la prima maglia gialla. Già dalla seconda tappa, però, il simbolo del primato potrebbe cambiare padrone: la Côte de La Glacerie (1,9 km al 6,5%, con punte del 14% nel finale) potrebbe essere teatro della prima battaglia tra gli uomini di classifica; una lotta che non inciderà sulla classifica finale, ma che molto probabilmente escluderà dai pretendenti per la vittoria di tappa i velocisti, almeno quelli più puri.

Le ruoti veloci ritorneranno protagoniste nelle due tappe successive, anche se i finali di Angers e Limoges (entrambe in leggera salita) potrebbero riservare alcune sorprese. La quarta frazione sarà anche la più lunga della Grande Boucle e farà da antipasto a una tappa mista e dal finale davvero insidioso come la Limoges - Le Lorian, di 216 km: gli ultimi 50 vedranno i corridori impegnati in un continuo sali-scendi sul Massiccio Centrale, in cui le ascese al Pas de Peyrol (5,4 km all’8,1%) e al Col du Perthus (4,4 km al 7,9%) rappresenteranno le asperità più impegnative, prima della conclusione con il Col de Font de Cère (3.3 km al 5.8%), la cui vetta è posta a 2 km e mezzo dal traguardo di Le Lorian. Le vere difficoltà, comunque, arriveranno solo al termine della prima settimana. Dopo una frazione, la sesta, riservata ai velocisti, i corridori saranno impegnati in un trittico pirenaico come sempre esigente. La prima tappa, la più semplice delle tre, si concluderà con la scalata del Col d’Aspin dal versante di Arrau (12 km al 6,5%) e con la successiva, tecnica discesa, fino all’arrivo sul lago di Payolle. Decisamente più impegnativa l’ottava tappa, che dopo la partenza da Pau proporrà le scalate in serie a Tourmalet, Hourquette d’Ancizan, Val Louron-Azet e Peyresourde, prima della picchiata verso Bagnères-de-Luchon. Il gran finale del trittico pirenaico coincederà con il primo sconfinamento di questa edizione del Tour: dei 184 km della Vielha Val d'Aran - Andorra Arcalis, i primi 130 saranno corsi in territorio spagnolo, mentre gli ultimi 50 (i più impegnativi) porteranno un plotone assai frammentato ad Andorra; la Côte de la Comella, il Col de Beixalis e l’ascesa ad Andorra Arcalis (10,1 km al 7,2%) metteranno a dura prova i pretendenti alla maglia gialla, al termine di una prima settimana che potrebbe già delineare una classifica molto simile a quella di Parigi.

Non che la seconda settimana non offra spazio per recuperare quanto perso nella prima, anzi: dopo due tappe interlocutorie, dedicate ai velocisti e agli attaccanti, al Tour de France arriverà il momento del “mostro” per eccellenza, il Mont Ventoux. A tre anni precisi di distanza (anche nel 2013 il Monte Calvo fu affrontato il 14 luglio, giorno della festa nazionale francese) dall’ultima scalata alle sue terribili rampe, il Gigante della Provenza torna protagonista alla Grande Boucle, per la decima volta nella storia del Tour de France; i quasi 16 km di scalata al 9% medio furono teatro, tre anni or sono, dell’ormai celeberrima vittoria del “frullatore” Chris Froome e chissà che lo scaratore anglo-kenyano non punti a centrare una storica doppietta su una delle montagne mitiche del ciclismo mondiale. Dopo una tappa tanto esigente sul piano fisico e mentale, i corridori si dovranno cimentare nella prima delle due cronometro in programma a questo Tour: lungo i 37 km da Bourg-Saint-Andéol a La Caverne du Pont-d'Arc i corridori troveranno due piccole asperità, una all’inizio (la Côte de Bourg Saint-Andeol), pedalabile, e una poco prima della conclusione, ancora più facile. I corridori avranno modo di riprendere fiato il giorno dopo, in una tappa dedicata ai velocisti, che farà da preludio al lungo finale sulle Alpi. La quindicesima tappa, con arrivo a Culoz, porterà il gruppo in Svizzera, non prima di aver superato ben sei gpm; i più difficili, manco a dirlo, saranno gli ultimi: la Grand Colombier e subito dopo la salita di Lacets du Grand Colombier, la cui vetta disterà appena 13 km dal traguardo.

L’ultima tappa dedicata agli sprinter prima del passerella finale di Parigi, con arrivo a Berna, consentirà agli uomini di classifica di riprendere fiato prima del gran finale: quattro tappe, una in fila all’altra, che non lasceranno respiro e che esalteranno quei corridori dotati di grandi doti di recupero e di un po’ di coraggio. La prima, ancora in territorio svizzero, si concluderà con il Col de la Forclaz (13 km all’8%) e con l’ascesa verso Finhaut-Emosson (10 km all’8%, con gli ultimi 7 con pendenze quasi costantemente in doppia cifra). La seconda, che segnerà il ritorno della carovana gialla in territorio francese, sarà la seconda e ultima prova contro il tempo di questa edizione; gli specialisti contro il tempo non troveranno terreno facile, visto che gran parte dei 17 km in programma saranno in salita; in particolare, il tratto più duro sarà quello che porterà i corridori in cima alla Côte de Domancy (la salità che caratterizzò il Mondiale 1980, uno dei più duri di sempre): 2 km appena abbondanti di scalata, con pendenze che superano costantemente il 10%, arrivando a toccare il 14%. Con le tossine che una prova tanto dura avrà lasciato nei loro muscoli, i corridori affronteranno l’ultimo arrivo in salita del Tour 2016, quello che li porterà a Saint-Gervais, ai piedi del Monte Bianco, dopo appena 146 km. L’ultima vera fatica sarà però quella di sabato 23 luglio: un’altra tappa breve (ancora 146 km) infarcita di salite, in particolare il Col de La Colombiere, il Col de la Ramaz e il Col de Joux Plane (11,5 km all'8,5%), l’ultima vera asperità di questo Tour; superata la vetta, corridori percorreranno quasi 5 km in falsopiano per raggiungere il Col du Ranfolly e lanciarsi in una picchiata di 9000 metri verso Morzine, dove è posto il traguardo. L’ultimo atto della Grande Boucle sarà come da tradizione la passerella finale sui Campi Elisi, che il gruppo raggiungerà come negli ultimi anni all’imbrunire.