Mercoledì 24 Aprile 2024

La tiroide, punto debole della sfera femminile

Quattro milioni di italiani, le donne più degli uomini, soffrono di gozzo tiroideo. La carenza di iodio ha ancora il suo peso, una legge ha reso obbligatorio l'uso di sale iodato in cucina

La tiroide è una ghiandola alla base del collo (Archivio)

La tiroide è una ghiandola alla base del collo (Archivio)

Milano, 27 novembre 2014 - Non si vede a occhio nudo, eppure se si ammala sa creare un inferno nel corpo e nella psiche. È piccola, a forma di farfalla, inserita tra i muscoli del collo, ed è una ghiandola preziosissima che mantiene in equilibrio il nostro corpo, dal battito cardiaco al ciclo ormonale, dal metabolismo all’umore. In Italia in ogni famiglia c’è una persona malata di tiroide, ipotiroidea (la maggior parte) o ipertiroidea, cioè con la ghiandola che funziona troppo. La malattia è antichissima se si osservano con attenzione dipinti persino cinquecenteschi che già ritraevano donne (la percentuale femminile è pari a 8 a 1) con il gozzo, cioè il rigonfiamento, a quel punto visibile, della ghiandola alla base del collo. Di gozzo tiroideo si parla da fine Ottocento, la malattia - benchè nota - è come se fosse stata sempre relegata al cretinismo, l’icona del gozzo ipotirideo capace di rallentare le funzioni del pensiero che tanta parte ha avuto nella letteratura fino al secolo scorso. Oggi, per fortuna, le diagnosi sono più accurate e frequenti e nella cultura del medico di base è entrato finalmente il concetto di controllo degli ormoni tiroidei ritenuti responsabili di tantissimi disturbi spesso di difficile interpretazione.

Nonostante tanta attenzione (e forse anche per questo) i noduli tiroidei sono sempre più diffusi e vengono alla luce con l'ecografia, mentre il tumore della tiroide è in aumento, e l’anno prossimo si calcola sarà al secondo posto, nelle donne, subito dietro il carcinoma della mammella. Lo spiegano i maggiori rappresentanti di quella branca specialistica, che è l’endocrinologia, riuniti fino a sabato nell’aula magna dell’Università Statale di Milano nell’ottavo congresso nazionale dell’Associazione italiana della Tiroide. Paolo Beck-Peccoz è il presidente dell’Associazione. Professore Ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Milano, ricorda i dati: «Quattro milioni di italiani hanno il gozzo, e lo iodio ha ancora la sua influenza nonostante per legge (nel 2005) sia stata resa obbligatoria l’aggiunta nel sale da cucina».

La frequenza dei noduli tiroidei è elevata (il 20 per cento) e aumenta con l’età (1 malato su 2 dopo i 70 anni). Per fortuna solo nel 3 per cento dei casi i noduli sono maligni e la prognosi è noRmalmemnte buona». «C’è una diagnosi più precoce e una maggiore attenzione dei medici a scoprire i carcinomi ma sono anche aumentate le radiazioni, un fattore di rischio per la tiroide che si è conosciuto appunto con il caso Chernobyl». L’organo delicatissimo assorbe radiazioni - spiega Beck-Peccoz - alle quali i paesi sviluppati si sottopongono sempre più spesso per svariate diagnosi. Lo iodio mantiene in equilibrio la tiroide e la prevenzione deve cominciare dalla gravidanza. Ma non serve vivere al mare.

«Non è più così importante respirarlo al mare, lo iodio, è importante assumerlo con la dieta alimentare». Poco sale, ma iodato, raccomanda il professor Paolo Vitti dell’altro polo più importante d’Italia per la cura delle patologie tiroidee, l’Università di Pisa. «Nel mondo poco meno di due miliardi di persone sono esposte alla carenza nutrizionale di iodio e soltanto in Europa sono 400 milioni, di cui circa 30 milioni sono bambini». Ogni giorno un adulto dovrebbe assumere 150 miligrammi di iodio e un bambino al di sotto dei due anni 90 milligrammi, mentre una donna in gravidanza e allattamento 250 miligrammi. Se ancora bisogna insistere è perchè non si è capita l’importanza dello iodio nel funzinamento della tiroide (causa anche di aborti e sterlità) nè, forse, si considera importante questa ghiandola che una volta ammalatasi può sviluppare una malattia cronica fino alla sua asportazione (o spegnimento) totale che però costringe a vivere con pastiglie sostitutive. Il controllo tiroideo è perciò importantissimo e i costi sanitari di ricerca nel sangue (Tsh) sono talmente bassi da non giustificare la leggerezza di non farli, soprattutto per le donne che aspettano un bambino o lo desiderano e l’ereditarietà della malattia ampiamente acclarata.

L’interesse per capire meglio cos’è questa ghiandola ancora poco conosciuta comunque non manca nella popolazione italiana: Tommaso Sacco, responsabile Scientifico della Fondazione Cesare Serono ha rilevato un sempre maggiore numero di visitatori nella pagina web dedicata alla tiroide (www.tiroideinprimafila.it). Di epidemia di carcinoma tiroideo, iodoprofilassi in Italia e tiroide e fertilità, tipi di patologie tiroidee e trattamenti medici, parlano i maggiori esperti chiamati dall’Associazione che ha anche il compito di divulgare informazioni e fare da pungolo al sistema sanitario nazionale. Perchè il triplice gozzo della maschera bergamasca di Gioppino deve restare un ricordo d’epoca.

Bruna Bianchi