Giovedì 18 Aprile 2024

Il Terzo Segreto di Satira, dalla rete allo spettacolo live. "L'ironia sulla sinistra? Ci è venuta naturale"

Domani a Riccione il collettivo dei cinque scatenati autori che impazzano sul web in occasione dell'evento internazionale di giornalismo DIG Awards (ex Premio Ilaria Alpi). I cinque autori si esibiranno in uno spettacolo live inedito, a metà tra performance teatrale e happening, e alterneranno i video più significativi del collettivo a sketch inediti recitati dallo storico gruppo di attori. Di seguito l'intervista a Andrea Fadenti, uno dei cinque autori

I cinque autori de 'Il Terzo Segreto di Satira'

I cinque autori de 'Il Terzo Segreto di Satira'

Riccione, 3 settembre 2015 - Domani a Riccione si manifesterà il Terzo Segreto di Satira, ossia il collettivo dei cinque scatenati autori che impazzano sul web (e ora anche sulla tv ‘normale’, soprattutto su LaEffe) con le loro corrosive satire di costume e politica. Saranno ospiti del Dig Award (premio giornalistico ex Ilaria Alpi), alle 23 in piazzale Ceccarini. Per l’occasione abbiamo intervistato Andrea Fadenti.

Mentre la comicità in tv sembra al declino (Zelig ai minimi termini, Colorado così così) quella nata sul web sta conoscendo un periodo di grande splendore. Voi, Maccio Capatonda, Frank Matano, The Jackal, I Soliti Idioti: tutti fenomeni nati in rete. Perché questo duplice, e in apparenza contradditorio, fenomeno?

"Se ti metti su internet non devi chiedere niente a nessuno, non ci sono intermediari di sorta. Quando abbiamo fatto "Il dalemiano" (nella foto sotto, ndr), che durava nove minuti, eravamo perplessi noi stessi per la durata del video, con cinque persone che parlavano in una stanza. Quando è uscito abbiamo ricevuto molti complimenti anche dagli addetti ai lavori: ma siamo sicuri che, se avessimo proposto il video a quegli stessi addetti ai lavori, ce l’avrebbero rifiutato. E’ chiaro che ogni cosa ha il proprio ciclo: dopo vent’anni è passato quello di ‘Zelig’, e tra venti finiremo anche noi. Il problema è che Youtube ti dovrebbe permettere di sopravvivere: lo stand-up comedian che fa il suo monologo ha costi molto bassi, mentre noi ci muoviamo sempre in almeno 8-9 persone".

Altra grande differenza: in tv la satira politica è morta da un pezzo, mentre sul web è la vostra linfa vitale. Come mai?

"Abbiamo avuto la fortuna di esordire in un periodo particolare. Era il 2011 ed eravamo nell’ultima fase felice di Berlusconi. Poi c’è stato lo stallo di Monti che è durato un annetto. Il contesto storico era favorevole a una ripresa di interesse per la satira politica. Dieci anni fa c’erano dei contenitori comici adatti alla satira, per esempio i programmi della Dandini. Oggi invece ci sono solo i talk show che offrono qualche spazio".

Scena da uno degli sketch de 'Il Terzo Segreto di Satira'La vostra fortuna però è stata la satira non su Berlusconi ma sui personaggi della sinistra...

"Non è stata una scelta a tavolino, ci è venuto naturale. Noi siamo tutti di sinistra, è stato un modo per esorcizzare le nostre paure. Oggi viene naturale guardare alla Lega".

Giusto per informare chi volesse seguire le vostre orme: quanto costa produrre un video come i vostri?

"Quelli autoprodotti potevano costare duemila, quattromila, cinquemila euro. Dipende se vuoi esagerare con i costumi, la qualità delle riprese, se usi delle comparse. Ma se lo sketch funziona, non ha bisogno di molti orpelli. Aumentare il budget è solo un modo per alzare l’asticella, per dire a noi stessi che il periodo pionieristico è finito e adesso vogliamo fare qualcosa di professionale".

Dai Soliti Idioti a Maccio Capatonda a Frank Matano, il cinema pesca sempre più spesso tra i fenomeni del web. Non vi hanno ancora contattato?

"Più che essere contattati, ci siamo auto-contattati, cioè abbiamo cercato un produttore. Abbiamo steso una sceneggiatura sulla base di una vecchia idea. Certo abbiamo capito che un conto è scrivere uno sketch di 5 minuti, un altro un film di un’ora e mezza. Speriamo bene".

Tra i vostri numi tutelari a cui ispirarvi mettete anche Luttazzi. Eppure, con tutte le accuse di plagio, non ha fatto una gran bella figura...

"Sarebbe come chiedere a un cattolico cosa pensa di Gesù. Non riesco a essere oggettivo. Luttazzi ha comunque fatto un grande lavoro divulgativo della comicità di stampo americano. Quella del plagio è una cosa di cui non ci capacitiamo, Luttazzi è una persona onesta. Anche se, bisogna dirlo, un comico onesto è un ossimoro: un comico farebbe qualsiasi cosa pur di strappare una risata. Forse è stata una provocazione, forse un delirio di onnipotenza. Resta comunque un punto di riferimento".