Come nasce una start up, il caso Yenetics

La diagnosi precoce di 100 malattie del feto, attraverso lo studio di una goccia di sangue della madre in stato interessante, è uno dei progetti innovativi presentati in occasione del lancio del programma Hi Future! di Janssen Italia, che punta a coinvolgere giovani imprenditori nel settore delle scienze della vita. L'intervento del presidente Scaccabarozzi

Massimo  Scaccabarozzi al lancio del progetto Hi Future! di Janssen (Ansa)

Massimo Scaccabarozzi al lancio del progetto Hi Future! di Janssen (Ansa)

Roma, 6 maggio 2016 – L’innovazione nel campo delle scienze della vita si sviluppa in maniera esponenziale, più che raddoppiate le start up negli ultimi quattro anni: è quanto emerge da uno studio realizzato da I-Com presentato in occasione del lancio del programma Hi Future! di Janssen.

«Vogliamo stare dalla parte dei giovani con questa iniziativa, favorire un confronto sulle idee utilizzando linguaggi contemporanei – spiega Massimo Scaccabarozzi presidente ad Janssen Italia, gruppo Johnson & Johnson – per trasmettere entusiasmo e cultura industriale alle nuove leve di imprenditori interessati a realizzare i loro progetti. Nei nostri prossimi quarant'anni ci saranno loro».

Le giovani aziende biomedicali nascono così, frutto di un mix, creatività tutta italiana e uno sguardo alla globalizzazione. È il caso di Yenetics, un test prenatale non invasivo che attraverso l'innocuo prelievo di una goccia di sangue permette di identificare le cento malattie genetiche più diffuse al mondo. L’ha concepito Chiara Saba, che ha creato l’azienda assieme al fisico indiano Amit Kumar: «Noi possiamo individuare non solo le classiche anomalie cromosomiche – spiega l’imprenditrice laureata alla Bocconi – ma andiamo a vedere le anomalie genetiche dove i geni sono piccoli mattoncini che compongono i cromosomi e per questo riusciamo a essere molto più precisi e accurati».

L’amniocentesi nella donna in stato interessante è un esame invasivo, comporta l’1% di probabilità di aborto, la tendenza è di riservarlo a casi selezionati. Ogni cento bambini 7 nascono con una malattia genetica, eppure il 95% delle amniocentesi danno esito negativo. Da queste premesse è scaturita l’idea di perfezionare un test prenatale non invasivo per scoprire se il feto è portatore di una delle 100 malattie genetiche rare statisticamente più ricorrenti, come la sindrome di X-fragile, una tra le più frequenti cause di ritardo mentale ereditario.

Yenetics ha predisposto un test basato su un piccolo prelievo di sangue periferico della madre, per la ricerca di Dna fetale, e prende anche un campione del padre. Il test prenatale è precoce, rivolto a donne tra la decima e la dodicesima settimana di gestazione. Un progetto promettente, ma che ha bisogno di fondi, di investimenti e joint ventures, per decollare.

Il 75% delle start up innovative italiane, emerge dallo studio, opera nel settore dei servizi, principalmente di consulenza informatica, e solo il 15% si occupa di ricerca e sviluppo. Quasi la metà sono concentrate in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Veneto; tuttavia se si considera il numero pro-capite, le prime per densità sono il Trentino Alto Adige e le Marche.

Hi Future! è un progetto ambizioso che, nelle intenzioni, punta a raccontare come si costruisce oggi la salute di domani. Punta a realizzare la prima serie web dedicata all'innovazione nelle scienze della vita, con linguaggi più vicini al mondo dei giovani.

Aperto al mondo dei filmmaker e dei creativi, il bando pubblico (consultabile sul sito www.romawebfest.it) prevede l'invio di un soggetto e della sceneggiatura. Tra tutte le opere pervenute ne verranno scelte cinque che saranno finanziate da Janssen, per la realizzazione delle puntate zero che verranno proiettate a settembre durante le giornate del Roma Web Fest.

L’iniziativa vede la luce in occasione dei 40 anni di Janssen Italia e si ispira ai valori che costituiscono l'identità dell'Azienda: «Siamo una start up di quarant'anni con mille dipendenti - spiega Scaccabarozzi - perché da sempre abbiamo portato innovazione in diverse aree terapeutiche, cambiando il corso di patologie ad alto impatto sociale come HIV, epatite, malattie oncoematologiche e disturbi mentali. Oggi abbiamo 35 nuove molecole in sviluppo e il 25% del nostro fatturato italiano deriva da nuovi farmaci introdotti dopo il 2010. Abbiamo all'attivo ben 8 farmaci dichiarati essenziali per il genere umano dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo dimostra come la ricerca ci abbia guidato fino a oggi, e continuerà a farlo in futuro. Futuro che prima di tutto riguarda le nuove generazioni, per questo abbiamo voluto un progetto che per la prima volta parlasse ai giovani di come la salute di domani passa dall'innovazione, un’innovazione come la nostra».

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale