Giovedì 18 Aprile 2024

Whatsapp e i dati ceduti a Facebook, doppia indagine dell'Antitrust

La società americana nel mirino dell'autorità che apre due istruttorie: una per accertare se gli utenti siano stati costretti ad accettare i nuovi termini contrattuali, l'altra per verificare eventuali clausole vessatorie. Codacons pronto alla class action

Whatsapp e Facebook (Ansa)

Whatsapp e Facebook (Ansa)

Roma, 18 ottobre 2016 - Whatsapp nel mirino dell'Antitrust per presunti condizionamento dei clienti e clausole vessatorie. Sotto la lente, fra le altre cose, la cessione dei dati personali degli utenti a Facebook. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato due procedimenti istruttori nei confronti dell'applicazione di messaggistica istantanea. Un primo procedimento punta ad accertare se la società americana abbia costretto gli utenti ad accettare integralmente i nuovi termini contrattuali, in particolare la condivisione dei propri dati personali con Facebook. L'altro procedimento è diretto a verificare la vessatorietà di alcune clausole. Se le presunte violazioni del Codice del Consume dovessero essere appurate, il Codacons è pronto a una class action. 

I DUE PROCEDIMENTI -  L'Antitrust, nel primo procedimento, vuole accertare se la società Usa abbia di fatto costretto gli utenti di WhatsApp Messenger ad accettare integralmente i nuovi termini contrattuali, in particolare la condivisione dei propri dati personali con Facebook, facendo loro credere, con un messaggio visibile all'apertura dell'applicazione, che sarebbe stato, altrimenti, impossibile proseguire nell'uso dell'applicazione medesima. "L'effetto di condizionamento - secondo l'Antitrust - sarebbe stato, peraltro, rafforzato dalla prespuntatura apposta sull'opzione 'Facebook' in una schermata di secondo livello alla quale l'utente accedeva, dal messaggio principale, tramite apposito link".

Il secondo procedimento istruttorio mira ad accertare la vessatorietà di alcune clausole inserite nei 'Termini di utilizzo' di WhatsApp Messenger riguardanti, in particolare, la facoltà di modifiche unilaterali del contratto da parte della società, il diritto di recesso stabilito unicamente per il professionista, le esclusioni e le limitazioni di responsabilità a suo favore, le interruzioni ingiustificate del servizio, la scelta del Foro competente sulle controversie che, ad oggi, è stabilito esclusivamente presso Tribunali americani.

IL CODACONS - Le associazioni dei consumatori sono alla finestra in attesa che l'Antitrust porti a termini le sue indagini. Se saranno accertati gli illeciti ipotizzati, il Codacons avvierà una class action contro WhatsApp, con l'obiettivo di far ottenere agli utenti italiani il risarcimento per la lesione dei diritti dei consumatori.