Mercoledì 24 Aprile 2024

Gilead sostiene la ricerca indipendente

Premi a progetti scientifici, sociali e tecnologici digitali innovativi in aree specifiche. Big data, malattie infettive e tumori del sangue

Ricercatore al lavoro. Foto dal sito www.gilead.com

Ricercatore al lavoro. Foto dal sito www.gilead.com

Milano, 17 ottobre 2017 - Quando si parla di ricerca, il pensiero corre subito all’importanza di modelli di ricerca indipendente, che l'Italia sostiene, modelli che possano far luce su meccanismi complessi e poco esplorati. Gli italiani si rivelano particolarmente sensibili a questo tema. La fotografia dell'Italia che dona è il titolo dell'indagine Gfk Gilead condotta su un campione di mille intervistati rappresentativi della popolazione nazionale. I risultati sono stati presentati in occasione della premiazione dei vincitori dei tre bandi di concorso Fellowship Program, Community Award e Digital Health Program promossi da Gilead Italia per sostenere progetti di natura scientifica, sociale e tecnologica che possano migliorare la qualità di vita dei pazienti.

«Sette italiani su dieci consideran utile la ricerca scientifica, ma nonostante questo - spiega Isa Cecchini di Gfk Eurisko - stiamo vivendo una vera e propria crisi delle donazioni». Gli over-60 restano i più generosi, «probabilmente perché sono più toccati dalle malattie», mentre i giovani sono più distrattì. L'area delle malattie infettive è fanalino di coda: «gli italiani la collocano come ultima tra le patologie a cui donare, dopo tumori, malattie neurodegenerative e malattie cardiovascolari», precisa Cecchini. «Il motivo è soprattutto legato alla scarsa conoscenza e alla lontananza dalla propria esperienza personale: queste malattie sono spesso sentite come estranee a sé e pensate come conseguenze di stili di vita scorretti».

Tra gli ambiti a cui gli italiani indirizzano le proprie donazioni, le associazioni di pazienti sono all'ultimo posto, dopo gli aiuti per le emergenze umanitarie, le adozioni a distanza e perfino la protezione degli animali. «Il problema è sempre la scarsa conoscenza - commenta Cecchini - perché solo il 7% degli italiani dichiara di conoscere un'associazione di pazienti, per passaparola o per coinvolgimento diretto».

Programmi di prevenzione dell'Hiv e delle epatiti in carcere, gruppi Facebook per incitare i sieropositivi a un corretto stile di vita, app per gestire la terapia antivirale a casa, visite mediche telematiche per non perdere il contatto tra medico e paziente. Sono solo alcuni dei 66 progetti innovativi premiati con un finanziamento complessivo di oltre 1,5 milioni di euro da Gilead Italia, attraverso i tre bandi di concorso promossi per sostenere l'area scientifica, sociale e tecnologica che possano migliorare la qualità di vita delle persone colpite da malattie infettive e tumori del sangue. La rosa dei vincitori è stata scelta dalle commissioni giudicatrici tra oltre 171 progetti candidati provenienti da tutta Italia.

Tra i premiati della ricerca, una netta prevalenza di donne, pari al 60% dei cervelli. «In occasione dei 30 anni di Gilead, siamo ancora più orgogliosi di promuovere queste tre iniziative che in sette edizioni hanno portato risultati davvero importanti», afferma Valentino Confalone, General Manager di Gilead Sciences Italia. «Abbiamo erogato complessivamente oltre sette milioni di euro, destinati alla realizzazione di 327 progetti, con 260 tra ricercatori e associazioni coinvolti. Un sostegno importante anche per la ricerca indipendente».

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale