Galaxy Note 7, produzione sospesa per sempre: storia di uno smartphone nato male

Il miglior smartphone di sempre di Samsung è andato incontro ad un iter di problemi senza fine, che ha costretto la società a rinunciare al suo modello di punta per salvaguardare clienti e reputazione.

Una delle unità di Samsung Galaxy Note 7 andate in fiamme

Una delle unità di Samsung Galaxy Note 7 andate in fiamme

Galaxy Note 7 è lo smartphone migliore fra quelli prodotti da Samsung, ma purtroppo è anche il più sfortunato. O meglio, è stato il più sfortunato dal momento che dopo averle tentate tutte i coreani sono stati costretti a toglierlo dalla circolazione e terminare permanentemente la produzione. Il motivo? Un grossolano errore di progettazione per cui parecchi degli smartphone immessi nei consueti circuiti di rivendita prendevano fuoco senza alcuna motivazione apparente. Dopo un primo richiamo, la società si è trovata costretta a rinunciare alla vendita della sua punta di diamante per via di numerosi casi di incendio scaturiti anche dai dispositivi contrassegnati come sicuri. Ma andiamo con ordine, ripercorrendo tutte le tappe della storia.

Samsung Galaxy Note 7 veniva annunciato ad inizio agosto sotto scroscianti applausi. Il dispositivo infatti correggeva tutte le magagne del modello precedente reintroducendo lo slot per la micro-SD per espandere lo spazio di archiviazione e la resistenza ad intrusioni di liquidi. Il tutto mantenendo le caratteristiche essenziali della famiglia, come l’ampio e bellissimo display da 5,7”, questa volta con cornici ridotte ai minimi termini grazie ai lati leggermente curvi, e l’intramontabile pennino S-Pen, per interagire con lo smartphone attraverso modalità del tutto esclusive. Le componenti interne come al solito rimanevano curatissime, con un processore oltremodo potente, fotocamere fra le migliori dell’intera categoria, e un’ampia batteria per superare agevolmente la giornata.

E pare che alla fine Samsung sia inciampata proprio sulla batteria. Al momento sono solo deduzioni ma sembra che i roghi sprigionati improvvisamente dallo smartphone provenissero da un campione di batterie difettoso che, entrando in contatto con altre componenti elettroniche interne, produrrebbe un’esplosione incontrollata e porterebbe al conseguente danneggiamento irreparabile dello smartphone. Il primo caso risale alla fine di agosto, quando un utente scriveva sul servizio cinese Baidu che il suo smartphone era andato in fiamme nella nottata durante il processo di ricarica. A quel caso se ne sono susseguiti rapidamente molti altri, suscitando una reazione immediata da parte di Samsung.

I coreani infatti annunciavano solo qualche giorno più tardi un rovinosissimo richiamo mondiale per Galaxy Note 7, il gioiellino della line-up nonché la punta di diamante relativamente alla propria produzione di smartphone: “Samsung si impegna a produrre prodotti di altissima qualità e consideriamo con grande serietà ogni segnalazione su eventuali incidenti provenienti dai nostri stimati clienti”, scriveva la compagnia in un comunicato ufficiale divulgato l’1 settembre. “Abbiamo ricevuto fino ad oggi 35 segnalazioni a livello globale e stiamo conducendo un controllo approfondito congiuntamente ai nostri fornitori per identificare eventuali batterie difettose sul mercato. Poiché la sicurezza dei nostri clienti è una priorità assoluta in Samsung, abbiamo interrotto le vendite del Galaxy Note 7”.

A distanza di un mese, l’1 ottobre, la compagnia si preparava alla riapertura delle vendite in Corea del Sud e Stati Uniti. La doccia fredda arrivava qualche giorno più tardi, quando iniziavano a diffondersi sul web notizie di altri casi di incendi provocati dai modelli contrassegnati come sicuri. Samsung aveva informato che i modelli esenti dai problemi nella batteria integrata sarebbero stati segnalati con alcune iconografie nella scatola originale e nel software installato nativamente sul dispositivo. Ma in realtà questi modelli non erano poi molto sicuri. Il caso più eclatante è stato quello di Brian Green, il cui Galaxy Note 7 “sicuro” aveva iniziato a produrre vistosamente del fumo durante le fasi di decollo di un volo di Southwest Airlines diretto a Baltimora.

In quell’occasione l’aereo è stato evacuato e non ci sono stati feriti, ma la notizia è stata seguita da decine di casi ulteriori solo negli Stati Uniti. Il resto è storia di questi giorni: l’11 ottobre Samsung ha ufficialmente dichiarato di aver interrotto permanentemente la produzione e la vendita degli smartphone Galaxy Note 7, i quali non vedranno mai la luce sul suolo italiano in chiave ufficiale. Nello Stivale, infatti, non è mai stato dato il via alle vendite se non attraverso una fase iniziale di pre-order su 4.000 unità dello smartphone, dei quali solo circa la metà è stata fattivamente consegnata. A tutti i clienti che hanno partecipato alla prevendita Samsung garantisce il “rimborso totale ed immediato dell’importo versato”.

Rimangono ancora ignote le cause che hanno provocato i diversi incendi in tutto il mondo: se inizialmente si credeva che il colpevole fosse una partita di batterie difettose prodotta da una sussidiaria del colosso coreano, ad oggi non c’è certezza. Samsung ha comunque promesso che andrà fino in fondo nella questione, rilasciando una nota ufficiale a seguito di un’indagine interna che verrà conclusa nelle prossime settimane.