Mercoledì 24 Aprile 2024

Svolta Facebook, apre agli under 13. Allarme del pioniere: "E' pericoloso"

Ecco Messenger Kids. Bimbi sui social sotto il controllo dei genitori

Facebook, ecco Messenger Kids (Ansa)

Facebook, ecco Messenger Kids (Ansa)

New York, 5 dicembre 2017 - La politica del «"ietato ai minori" allo scopo di proteggerli ha retto per anni anche su Facebook. Dichiarare una falsa età durante l’apertura di un account o utilizzare il nome di un altro compiacente veniva considerato un reato, e avere meno di 13 anni un limite invalicabile. Per lungo tempo Mark Zuckerberg ha cercato di aprire un dibattito con i genitori in ogni angolo del pianeta e ieri è arrivata la svolta. Lanciando Messenger Kids, una piattaforma semplicata di comunicazione, adesso anche gli under 13 potranno accedere alle chat anche se tutto dovrà avvenire sotto il controllo dei genitori, che saranno di fatto responsabili perché potranno entrare attraverso il loro account.

Il test per il momento verrà sperimentato solo in America su iPhone e iPad e funzionerà con una rete WiFi. La supervisione dei genitori sarà l’elemento chiave per selezionare i contatti dei figli e i messaggi anche nelle videochat di gruppo, ma soprattutto Messenger Kids una volta attivato non potrà essere abilitato per alcun tipo di acquisto e nemmeno conterrà i numeri di telefono dei minorenni. La svolta è significativa perché quando i piccoli entrano nella Rete rischiano di diventare i target di pedofili e rapinatori digitali. Ma è anche una scommessa, quella sulla sicurezza, che Facebook si sente di affrontare anche per testare qualche altra forma di censura preventiva che in molti altri Paesi, fuori dall’America, viene addirittura richiesta dai governi che non amano la Rete libera e i social network. Il lancio di Messenger Kids viene visto anche come "una forma di comunicazione tra figli, nonni e nipoti" da Loren Cheng, che come product manager di Facebook ha sicuramente un interesse nella riuscita dell’impresa. È dal 2011 che Zuckerberg accarezza l’idea di abbassare la soglia dei 13 anni, da un lato perché viene comunque abbassata di fatto, dall’altro perché con l’estensione della responsabilità ai genitori si arriva a una tracciabilità del profilo in caso di incidenti o contenuti sconvenienti.

C’è però Sean Parker, ex presidente di Facebook, che suona una campana contraria e si chiede che cosa succederà al cervello dei bambini quando un’infinità di persone potrà sfruttare la loro vulnerabilità. Il dibattito è solo agli inizi. Il test americano darà sicuramente risultati significativi dai quali trarre indicazioni su un’accelerazione o una frenata nell’intero processo verso il futuro. La caccia al mantenimento e al superamento dei 2 miliardi di iscritti sicuramente farà discutere, ma potrebbe anche aprire una linea di comunicazione tra genitori e figli che oggi si trovano isolati tra di loro proprio per l’abuso di iPhone e iPad dei loro ragazzi.