Martedì 23 Aprile 2024

Roma, teatro dell'Opera licenzia orchestra e coro: "Necessario dopo l'addio di Muti"

Decisione senza precedenti condivisa dal sindaco Marino: dopo la fuga del direttore d'orchestra, il Cda vota l'esternalizzazione "per salvare la stagione e teatro". Il sovrintendente Fuortes: "Solo così si sventa la chiusura". Il ministro Franceschini d'accordo. Il primo trombone: "L'art. 18 non è stato abolito"

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Roma, 3 ottobre 2014 - Rivoluzione al Teatro dell'Opera di Roma. "Il cda oggi ha approvato l'esternalizzazione dell'orchestra e del coro votando una procedura di licenziamento collettiva di orchestra e coro". Lo ha annunciato il sindaco di Roma Ignazio Marino dopo il cda dell'ente. "Una scelta molto dura e sofferta. Pensiamo che questa strada possa sventare le decisione di una chiusura", commenta il sovrintendente del teatro, Carlo Fuortes. Che sottolinea:  "La scelta non dipende dalle sigle sindacali e quindi non ha alcuna intenzione ritorsiva".

LE PAROLE DI MUTI -  "E' un percorso mai intrapreso prima nel nostro paese, ma l'unico che può, in un momento drammatico per il nostro Teatro dell'Opera, portare a una sua vera rinascita", spiega il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che aggiunge: "Il doloroso e recente messaggio di Muti ha determinato una frenata degli abbonamenti e una fuga degli sponsor". 

FRANCESCHINI CONVINTO - "L'esternalizzazione di coro e orchestra decisa dal cda è un passaggio doloroso ma necessario per salvare l'Opera di Roma e ripartire", garantisce  il ministro della Cultura, Dario Franceschini. "Il sovrintendente Fuortes - aggiunge il titolare del Collegio Romano - ha chiarito bene che i musicisti se vorranno, potranno, come avvenuto da altre parti, dare vita a un'orchestra nuova, basata su relazioni trasparenti, sulla qualità e sull'innesto di giovani talenti, che punti a ricostruire con il Teatro un nuovo e diverso rapporto. Del resto non dimentichiamo che la situazione era diventata talmente insostenibile da costringere pochi giorni fa il Maestro Muti ad andarsene platealmente. Non dappertutto è successo questo e anzi, con le stesse identiche regole, altre Fondazioni Lirico Sinfoniche, come Scala e Santa Cecilia, all'opposto dell'Opera di Roma, hanno avuto buoni bilanci e ottime relazioni con i musicisti, crescendo di qualità sino a raggiungere i criteri per l'autonomia del decreto che ho firmato proprio ieri". 

PRIME REAZIONI - "Nessuno si fa licenziare per poi accettare un contratto a termine. L'articolo 18 è ancora in vigore". Marco Piazzai, primo trombone dell'orchestra e segretario del sindacato Fials Cisal commenta così la prospettiva indicata dal sovrintendente Fuortes di esternalizzare orchestra e coro. Quello che è stato annunciato oggi "si configura per quanto ne sappiamo finora come un licenziamento collettivo. Ci muoveremo".