Tatuaggi giovani, moda e cautele

I pigmenti talora sviluppano allergie da contatto sulla pelle. Rischio infezioni con tatuatori dilettanti

L'arte del tatuaggio in mostra

L'arte del tatuaggio in mostra

Napoli, 28 ottobre 2014 - Alimentazione, vaccini, malattie esantematiche: temi d’obbligo per il primo forum internazionale dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia. Ma i tatuaggi? Ebbene sì, anche i disegni a fior di pelle, forse a sorpresa, hanno avuto un posto d’onore nella sessione La meglio gioventù, all’interno della tre giorni organizzata dall’Osservatorio Paidòss, presieduto da Giuseppe Mele, che, da pediatra, ha sottolineato l’importanza dell’ascolto degli adolescenti in ogni loro forma d’espressione. Tattoo e piercing sono una moda che attrae sempre più ragazzi, secondo una ricerca del Centro nazionale Ondico (Organismo notificato dispositivi e cosmetici) sono circa un milione e mezzo gli italiani tatuati e i ragazzi tra i 12 e i 18 anni rappresentano il 7,5% del totale.

Ma nel momento in cui la pelle deve essere controllata potrebbero sorgere dei problemi, per non parlare della possibilità che compaiano dermatiti. E allora come si possono accendere i riflettori sui rischi in ambito sanitario? «Partiamo facendo un salto indietro - risponde il professor Fabio Arcangeli, direttore della Dermatologia dell’ospedale Bufalini di Cesena -. Il tatuaggio si era già sviluppato in Egitto e tra i Romani, mentre uno dei piercing più antichi è senz’altro il foro per gli orecchini. Del resto, anche colorare le labbra con il rossetto si avvicina all’idea del tatuaggio temporaneo. Per questo possiamo dire che ognuno ha la sua tribù».

Quindi, senza puntare il dito sul desiderio dei più giovani di decorare il corpo, è bene non sottovalutare i pericoli per la salute. «I disegni permanenti - spiega il clinico - talora sviluppano allergie da contatto di cui sono responsabili i sali di metalli che rimangono sulla pelle e creano dermatiti destinate a diventare croniche. E poi c’è il rischio di infezioni, anche se ormai fortunatamente ne vediamo sempre meno, perché la maggior parte dei tatuatori sono professionisti. Il pericolo, invece, può venire dai cosiddetti tatuaggi amatoriali, fatti in ambienti con condizioni igieniche non adeguate». Il campanello d’allarme che oggi suonano gli specialisti porta più avanti la prospettiva sui rischi delle decorazioni.

«Se ampie zone del corpo sono ricoperte da tatuaggi e a volte ci sono disegni sull’intero tronco - osserva il Prof Arcangeli - si crea una condizione che può rendere difficoltoso il riconoscimento tempestivo dei tumori della pelle. E il rischio è più grande quanto più sono estesi i disegni. Pensiamo al melanoma: nell’80% dei casi nasce sulla pelle sana, ma se è stata colorata la lesione si nasconde, si maschera, e viene riconosciuta soltanto in fase avanzata, quando potrebbe essere troppo tardi. Questo è un problema emergente, di cui al momento abbiamo solo delle avvisaglie, con poche segnalazioni nella letteratura scientifica, ma che in futuro potrebbe rivelarsi in tutta la sua entità». E a questo punto scatta il consiglio del dermatologo per i ragazzi: farsi fare dei tatuaggi piccoli che non rendano difficoltosi i controlli. Una raccomandazione destinata soprattutto a chi ha molti nei, a chi si scotta facilmente sotto il sole e ai parenti di chi ha avuto un melanoma. E, infine, i più volubili, o quelli che un giorno potrebbero volere di nuovo la pelle senza disegni, è bene che facciano una scelta consapevole dei colori da sfoggiare. Le procedure laser permettono di togliere il nero abbastanza facilmente, il rosso con una discreta difficoltà, il giallo e il bianco sono colori quasi indelebili».

Donatella Barbetta