Giù le tasse per il ceto medio. Il Governo ha un piano da 3 miliardi

L'ipotesi: mini sforbiciata alle aliquote Irpef del 27 e del 38%

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan

RIDURRE le tasse sul ceto medio. Quello che guadagna (in base alle dichiarazioni fiscali) oltre 28mila euro all’anno e che oggi vede schizzare l’aliquota Iperf dal 27 al 38% fino a 55mila euro e poi al 41% fino a 75mila per poi passare al 43%, senza contare le addizionali comunali e regionali che portano l’asticella sopra il 45%. Nonostante i problemi dei conti pubblici, un Pil destinato a crescere ma un po’ meno del previsto oltre a un debito pubblico sempre troppo alto, e scommettendo sulla maggiore flessibilità concessa dalla Commissione europea, il governo avrebbe allo studio una limatura delle aliquote Irpef intermedie del 27 e del 38%.   UN INTERVENTO che potrebbe costare attorno ai 3 miliardi di euro e che comunque verrebbe deciso dopo l’estate, se i conti pubblici lo permettessero e garantendo le eventuali coperture. Che per far ripartire i consumi, al di là degli 80 euro messi in busta paga di chi percepisce redditi minimi, serva qualcosa di più sono convinti tutti. In particolare, il mondo del commercio dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli a quello di Federdistribuzione (supermercati) Giovanni Cobolli Gigli. E lo ha capito anche il premier Matteo Renzi. Soprattutto in una fase che, complice anche la crisi delle banche, sta registrando un imprevisto rallentamento proprio dei consumi. Perché se il 2015 è stato caratterizzato dal boom degli acquisti delle auto e dalla ripresa di quelli dell’arredamento (grazie anche al bonus mobili) il carrello della spesa continua a soffrire e da gennaio ad aprile, dati Nielsen, avrebbe mostrato addirittura un segno meno seppure limitato a qualche decimale.   SE CI sono partiti come la Lega che hanno da tempo proposto una tassa unica al 15% anche all’interno della maggioranza di governo c’è chi sta spingendo verso una revisione delle aliquote Irpef a vantaggio del ceto medio. In particolare Scelta Civica con il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti. La sua proposta è quella di creare una sorta di ‘flat tax’ per il ceto medio introducendo un’aliquota unica del 27% tra i 15 e i 75mila euro che porterebbe a un risparmio massimo di 5.500 euro all’anno. Ipotesi che comporterebbe però una spesa di 12 miliardi a regime. Un po’ troppo per le casse dello Stato, come nei giorni scorsi ha rilevato anche il responsabile economico del Pd Filippo Taddei. Esiste però l’urgenza di intervenire sui redditi oltre i 28mila euro, che vedono prosciugarsi anche le detrazioni per il lavoro dipendente. E quindi, ma la scelta sarà presa solo a settembre per poi inserirla nella prossima Legge di stabilità e farla partire da gennaio del 2017, sarebbe quella di un intervento più ridotto. Che limando un po’, qualche punto, le aliquote Irpef appunto tra il 27 e il 38% dovrebbe contenere il minor gettito per le casse dell’Erario attorno ai 3 miliardi. Una boccata d’ossigeno, quindi. Come quella prospettata da una possibile cancellazione del bollo auto i cui mancati introiti (6,1 miliardi all’anno) verrebbero compensati da un aumento delle accise sui carburanti secondo il principio che chi più inquina (con vetture vecchie) più paga.     

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