Giovedì 25 Aprile 2024

Ue guastafeste: "La Tasi non si cancella"

Fonti di Bruxelles anticipano il no al taglio dell'imposta. "Flessibilità? Già data"

La sede della Commissione Europea a Bruxelles (Reuters)

La sede della Commissione Europea a Bruxelles (Reuters)

Roma, 2 settembre 2015 - Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan sembrano crederci davvero: l’Italia può cogliere una ripresa dai contorni più nitidi di quelli visti finora. Ad aver riportato il buon umore a Palazzo Chigi e al ministero dell’Economia non sono solo i dati di giugno su Pil e occupazione, ma anche le prime elaborarazioni sul terzo trimestre dell’anno, che si preannunciano molto buone. A guastare la festa è però Bruxelles, che non vuole sentir parlare di riduzioni fiscali sulla prima casa Si vedrà. Per ora resta il fatto che luglio, agosto e settembre ci dovrebbero regalare un aumento del Pil non da prefisso telefonico. Si parla della possibilità di veleggiare intorno all’1,2% grazie alla forte ripresa del turismo. Se così fosse a fine anno non solo la crescita potrebbe essere un po’ più robusta dello 0,7% previsto dal Def, ma diminuirebbe anche il deficit, visto che la differenza tra entrate e uscite dello Stato va rapportata all’andamento del Pil: se il denominatore cresce, il numeratore diminuisce. Ieri Renzi e Padoan hanno fatto il punto della situazione in vista della nota di variazione del Def, da approvare entro il 20 settembre. Per una volta ci potrebbe essere una correzione al rialzo invece che al ribasso. Insomma, non è escluso che il Pil 2015 venga fissato allo 0,8% invece che allo 0,7%. E poi, questo il ragionamento del governo, nel 2016 si potrebbe sfruttato il combinato disposto di Giubileo, minore spesa per interessi, nuova flessibilità per gli investimenti (mai utilizzata). In totale si potrebbero liberare risorse per 8-10 miliardi. Il terreno però è molto sdrucciolevole. Bruxelles lo scorso maggio ci ha concesso 6,4 miliardi di flessibilità legata alle riforme. Ora Roma vorrebbe strappare altri 5 miliardi legandoli agli investimenti cofinanziati dall’Europa. Fonti Ue per il momento si limitano a osservare che il Belpaese «ha già fatto progressi» nelle riforme, ma «è essenziale che non si perda lo slancio». Nessuna parola sugli investimenti. Ma i contatti sulla nuova flessibilità sono in corso. Più complessa la partita sugli sgravi fiscali per la prima casa promessi da Renzi. La proposta, ricordano le solite fonti Ue, è contraria alle raccomandazioni: «Abbiamo letto i recenti annunci sulle tasse in Italia, ma non avendo dettagli sui piani non possiamo fare commenti», però «è ben noto che il Consiglio ha raccomandato che l’Italia sposti sugli immobili e i consumi il carico fiscale che grava su lavoro e capitali». UNA PRESA di posizione a cui reagice duramente il sottosegretario Sandro Gozi: «Le fonti anonime di Bruxelles dovrebbero con maggiore impegno affrontare il dramma delle morti nel Mediterraneo e dei treni carichi di migranti. Il governo ha tutta l’autorevolezza per proseguire in autonomia il percorso riformatore e quindi anche le modalità con cui decidere riforma del fisco e taglio delle tasse».

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