Martedì 23 Aprile 2024

Svolta su Pantani, Vallanzasca parla«Ecco chi mi disse: il Pirata e finito»

Maurizio Burnacci FORLÌ PER LA PRIMA VOLTA Vallanzasca parla, a verbale, del caso Pantani, il Pirata del ciclismo morto per overdose il 14 febbraio 2004 a Rimini. E per la prima volta gli investigatori hanno una lista di nomi di camorristi che interrogheranno nei prossimi giorni. Quindici anni dopo, il bel René, capo della mala milanese negli anni Settanta-Ottanta, si fa interrogare dai carabinieri sul presunto giro di scommesse clandestine diretto dalla camorra che avrebbe portato prima all'alterazione della fialetta di sangue dei controlli antidoping nel Giro del '99 e poi alla conseguente clamorosa estromissione del Pirata dalla corsa rosa. Vallanzasca coi carabinieri di Forlì, ieri nel carcere di Opera di Milano, parla di quel 5 giugno '99, tappa di Madonna di Campiglio. E parte da dieci giorni prima. MAGLIONE beige, in alcuni punti «un fiume in piena», il bel René conferma a verbale «di essere stato avvicinato per la prima volta, verso il 20 maggio del '99, da un affiliato alla camorra, che mi disse che Pantani sarebbe stato squalificato perché così volevano nel giro delle scommesse clandestine... e che se volevo guadagnare dei soldi dovevo puntare contro il pelatino di Cesenatico...». All'epoca il bandito si trova nel carcere di Novara. La persona che lo avvicina è in regime di 41 bis, carcere duro, per aderenti al crimine organizzato. Il bel René parla con il luogotenente Fabio Fuso, il maresciallo Ennio Diana e l'appuntato scelto Mimmo Epifani (della polizia giudiziaria della procura) in due tornate. Lunedì dalle 10 alle 14. E ieri dalle 9 alle 11. Sei ore di interrogatorio, ordinato dal capo della procura di Forlì Sergio Sottani, che ha aperto (assieme al sostituto Lucia Spirito) un'inchiesta contro ignoti che ipotizza i reati di associazione a delinquere finalizzata a minacce, truffa e frode sportiva. Indagine aperta dopo alcune dichiarazioni spontanee della madre di Pantani. BOCCHE cucite in procura a Forlì (Sottani si limita solo a confermare l'avvenuto interrogatorio). Stando a fonti investigative, Vallanzasca ieri a Milano ha spiegato che «quel tizio voleva farmi un regalo perché come criminale mi stimava... Mi avvicinò diverse volte nei corridoi del carcere... Io però non scommisi contro il Pirata. Non avevo soldi. E poi non ci credevo a questa storia. E invece poi arrivò Madonna di Campiglio...». Vallanzasca però il nome di quel tipo non l'ha fatto ai carabinieri: «Non faccio la spia. Non sono un infame». I militari allora, in base alla popolazione del carcere di Novara nel '99 (265 detenuti), propongono a René una cinquina di nomi. Lui annuisce: «Si, è tra questi». Pantani quindi vittima delle scommesse clandestine della camorra? Per la prima volta dopo 15 anni, in questo inquietante scenario, viene a galla un appiglio investigativo concreto.