Giovedì 18 Aprile 2024

La Svezia va a sinistra: vincono i socialdemocratici. Ma è boom dell'estrema destra

I socialdemocratici tornano al governo. Il leader dei Democratici Svedesi: "Siamo l'ago della bilancia"

Jimmie Akesson, leader dei 'Democratici Svedesi' (Ap)

Jimmie Akesson, leader dei 'Democratici Svedesi' (Ap)

Stoccolma (Svezia), 14 settembre 2014 - Il premier del governo uscente svedese di centro destra, Fredrik Reinfeldt, ha riconosciuto la sconfitta alle elezioni legislative odierne e ha annunciato che si dimetterà. Le urne hanno visto la sua coalizione ferma al 39,1%, sconfitta dal centro-sinistra di Stefan Lovfen nettamente in testa con il 43,7%, ma comunque lontana dalla maggioranza assoluta. A trionfare davvero, però, è l'estrema destra xenofoba dei 'Democratici Svedesi' con il 13%. Si tratta di oltre il doppio del 5,7% ottenuto nel 2010. Entusiasta il suo leader Jimmie Akesson. "Siamo evidentemente noi l'ago della bilancia", ha dichiarato il 35enne capo del partito anti-immigrazione (quest'anno nel Paese sono attesi 80mila richiedenti asilo da Siria, Eritrea, Somalia, Afghanistan, IRaq e altri Paesi). Il "nostro partito è diventato ora il 'padrone del gioco'", ha aggiunto.

Resta invece fuori dal Riksdag (il parlamento monocamerale di Stoccolma) l'estrema sinistra di Iniziativa Femminista che non avrebbe superato la soglia di sbarramento del 4%, fermandosi al 3,2.

LA SFIDA - Per il partito socialdemocratico è un ritorno al governo dopo otto anni (non era mai stato così tanto all'opposizione dal 1920, quando governò per la prima volta). Il primo ministro uscente, Fredrik Reinfeldt, salito al governo dal 2006, è il leader conservatore più longevo della storia della Svezia. Ha ricevuto il plauso internazionale per aver guidato l'economia nazionale attraverso la crisi del debito in Europa, ma secondo molti le sue politiche favorevoli al mercato abbiano minato il sistema del welfare. Il gap tra ricchi e poveri infatti è cresciuto più rapidamente in Svezia che in molti Paesi sviluppati, benché ancora rimanga il più egualitario del mondo, secondo i dati dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).