Giovedì 18 Aprile 2024

SuperMario e Iturbe showSono le rivincite d'autore

Alessandro Fiesoli MAI SENTITO parlare così tanto della Germania, per non tornare a ricordi troppo tristi di lontani tempi bui, fra lo stadio e il Cupolone. Era appena passata sotto il David la signora Merkel, presa quasi sottobraccio da Renzi in una versione fiorentina del film «Viva la Libertà», quello con Toni Servillo, che il David tedesco, per fisico statuario, in maglia viola ha ripreso vita anche in campionato. Nella deviazione, più voluta e cercata che casuale, anche se pur sempre di tocco su tiro altrui si è trattato, di Gomez sul rasoterra di Pizarro c'è stato il senso della voglia del centravanti panzer di uscire dalla dimensione di preziosissimo oggetto misterioso. Un gol che poteva permettere alla Fiorentina di prendere il volo, ma una seconda rete non è arrivata, lasciando alla Roma la possibilità di ripartire nella ripresa. E in una serata indulgente con chi era alla ricerca di un riscatto personale, l'uno a uno di Laljic è nato da una gran giocata di Iturbe, discusso a Roma in questi mesi quasi come lo è stato Gomez a Firenze, se non di più. E' stata la migliore partita dell'argentino da quando è in gialorosso, quella di ieri. In quanto a suggestioni e stati d'animo, la partita ne offriva una buona scelta, volendo di natura anche storico-artistica (il derby della bellezza), e per venire alle nostre più prosaiche cose di campo, c'era curiosità non banale per il confronto a centrocampo, dove si decidono le sorti di un match, con Montella e Garcia ben attrezzati nel mezzo. Sarà che da quando ha ritrovato Strootman, e se di coincidenza si tratta resta negativa, il maestro francese di violino ha perso alcuni accordi per strada, fatto sta che a centrocampo la Fiorentina ha costruito, con maggiore freschezza, i suoi meriti dell'uno a zero nel primo tempo, con l'aiuto di un paio di parate di Tatarusanu il Freddo, un portiere più essenziale che spettacolare. Bilanciate dalle occasioni per un raddoppio viola prima dell'intervallo, vedi Tomovic e soprattutto Mati Fernandenz, in serata storta al tiro. Dal possibile due a a zero, al pareggio, in pochi minuti si è concretizzata la morale dispettosa ma quasi fatale del calcio. Con Pjanic, come si poteva intuire, Roma più autorevole a centrocampo, e Fiorentina in difficoltà anche fisica nell'insistere con il pressing. E' stata una bella partita dai molti volti, con la Fiorentina che sull'uno a uno si è rifatta sotto, mangiandosi di nuovo le mani per una seconda occasione d'oro, dopo quella nel finale del primo tempo, non sfruttata da Mati Fernandez. Per Gomez, una serata dolce che si è chiusa in modo amaro, sostituito ancora una volta da con Babacar. Poteva essere l'occasione per farli giocare insieme, tanto per provarci. E per quanto riguarda la Roma, alla fine, tanti saluti alla Juventus.