Giovedì 18 Aprile 2024

Successo d'immagine

di Sandro Rogari

SE Federica Mogherini non l'avesse spuntata sarebbe stato un grave inciampo per il governo. Tanto più nel semestre a guida italiana. Col finale placet della Merkel, Renzi ha raggiunto l'obiettivo, e il risultato tacita quanti, soprattutto in patria, lo aspettavano al varco

DETTO ciò, si tratta di verificare la rilevanza della nomina per gli interessi nazionali. In realtà, è soprattutto un successo d’immagine. La sostanza è poca e non perché la Mogherini ha scarsa esperienza e pochi contatti internazionali. Nel contesto incandescente in cui si è mossa l’ha fatto con una prudenza e un’accortezza che è stata premiata. Sulla vicenda ucraina è stata abile nel conciliare le consolidate ostilità anti russe di taluni paesi con gli interessi tedeschi, e non solo, verso San Pietroburgo. Non è questo il punto, né lo è la giovane età del ministro. Piuttosto la sua nomina suscita qualche dubbio sulla opportunità per l’Italia di puntare al controllo di una carica di alto profilo e poca sostanza. C’è anche da chiedersi se il governo italiano, spendendosi con tanta tenacia sul punto, non sia chiamato a pagare pedaggio su altro versante più rilevante per gli interessi nazionali. Inutile dire che questi riguardano l’allentamento del rigore del fiscal compact e tutto ciò che ruota attorno al tema.

CERTO, in tutta la partita europea delle nomine che giunge a felice conclusione, data l’improbabilità che il parlamento di Strasburgo sollevi veti contro il nostro ministro degli Esteri, incombeva un convitato di pietra. Un italiano, Mario Draghi, copre alla Bce la più alta, potente e influente carica delle istituzioni europee: l’unica che gli stati dell’Unione non possono sottoporre ai propri voleri. Che, rebus sic stantibus, all’Italia fosse dato di acquisire anche un commissariato economico era assai dubbio in partenza. L’Italia deve ancora fare i compiti e purtroppo il nostro paese non gode di credito sulle intenzioni, che Renzi dichiara a giorni alterni, ma solo sui fatti acquisiti. Probabilmente, Renzi è stato abile nel puntare diretto su una carica più d’immagine che di sostanza. Basta non crederci troppo, sia per le ricadute che questo può avere, sia per la reale possibilità che Federica Mogherini possa svolgere un vero ruolo da ministro degli Esteri di un’Unione che sovrannazionale non è. Ha comunque un vantaggio, con buona pace del Financial Times. Succedendo all’inconsistenza di Catherine Ashton farà comunque meglio.

di Sandro Rogari [email protected]