Venerdì 19 Aprile 2024

Il Quirinale, la lunga storia: tra Presidenti, Re e Papi

Il Quirinale ha origini antichissime e da secoli è conteso tra laici e cattolici

Il palazzo del Quirinale (Lapresse)

Il palazzo del Quirinale (Lapresse)

Quirinale, da sempre luogo in cui il potere politico e quello religioso si sono fusi e confusi in una nube di incenso e in un clangore di spade (talvolta c'è stato anche il veleno e lo stiletto).

QURINALE AL TEMPO DEI ROMANI - Primi furono i Romani, che vi edificarono il tempio di Romolo, eroe eponimo e fondatore della città, nonché suo primo re, che venne divinizzato dopo essere scomparso tra le nebbie di Campo Marzio nel corso di una rassegna militare. Insomma, un omicidio politico mascherato da elevazione agli altari. Sarebbe successo altre volte, da quelle parti. Quasi contemporaneamente al tempio di Romolo sorse sul Quirinale anche il tempio di Semus Sancus Dius Fidius, divinità di origine sabina (sabini sembra fossero i primi abitatori del luogo) che sovrintendeva e tutelava al rispetto dei giuramenti politici. Era, per la precisione, l'unico luogo chiuso di Roma dove fosse possibile giurare "per Dium Fidium": racconta Varrone che, se pronunciati sotto un qualsiasi altro tetto, gli impegni solenni non avevano alcun valore, perché le tegole impedivano la diretta comunicazione tra gli uomini ed il cielo. La dice lunga, sulla capacità dei Romani di rispettare gli impegni politici, il particolare che la collera degli dei si abbattè sul tempio di Dius Fidius per ben due volte sotto forma di fulmine. Il presagio, considerato particolarmente infausto, raggiunse il tetto del tempio prima nel 264, e poi nel 230 avanti Cristo.

QUIRINALE AL TEMPO DEI PAPI RE - È al tempo del Papa Re, però, che il Quirinale diviene la massima rappresentazione della frammistione tra potere politico e potere religioso. Nel corso del XVIII Secolo la corte pontifica abbandona progressivamente gli splendidi appartamenti del Vaticano per trasferirsi in quella che era stata la residenza estiva del Cardinal Pietro Carafa, quintessenza del cinico prelato di curia rinascimentale (il Palazzo, all'epoca poco più di una villa, era stato proprietà anche dei figli di Lucrezia Borgia). Con il passare del tempo, è al Quirinale che vengono spostati anche i conclavi per l'elezione del Papa: nell'attuale Salone delle Feste, per la precisione, vengono eletti Leone XII, Pio VIII, Gregorio XVI e l'ultimo dei papi sovrani, Pio IX.

QUIRINALE AL TEMPO DI NAPOLEONE - Nel frattempo, però, era già iniziata l'alternanza tra laici e cattolici. Ad instaurare la prassi fu Napoleone Bonaparte, due secoli fa. Nel 1798 il Corso mandò i suoi a conquistare Roma. Pio VI venne tratto in arresto, e morì in prigionia in Francia (primo Papa dai tempi della cattività avignonese). Il successore, Pio VII, si reinsedia al Quirinale pronunciando frasi di scherno all'indirizzo del generale francese, ma solo per fare la fine del predecessore e seguire le truppe rivoluzionarie nella cattività di Fontainbleu. Napoleone, quindi, è il primo laico a rivendicare la legittima occupazione del Quirinale, da lui solennemente dichiarato "Palazzo Imperiale" e destinato a divenire centro della seconda città dell'Impero anche dal punto di vista urbanistico, grazie al piano regolatore del prefetto De Tournon.

Nonostante l'imperiale proclamazione, né Napoleone, né il Re di Roma suo legittimo erede riescono a scalare la Salita di Montecavallo. Dopo il 1811 Napoleone tenta più volte di compiere un viaggio a Roma progettato da tempo, ma sempre inutilmente. Il 24 maggio 1814 rientrano invece i cattolici: Pio VII, lasciata la Francia, torna ad abitare quelle sale non senza averle fatte sgomberare dai tendaggi sistemati dai francesi in vista della mai compiuta visita napoleonica. Gli affreschi laici e rivoluzionari dipinti nei mesi precedenti vengono picchiettati, il "Trionfo di Adriano" (imperatore laico e persecutore di cristiani) viene sostituito con il "Trionfo di Costantino" (l'imperatore della falsa Donazione, pretesa base giuridica dello Stato della Chiesa). Il Pontefice pronuncia solennemente le parole che già erano state di Furio Camillo: "hic manebimus optime" ("qui staremo benissimo", ndr).

QUIRINALE AL TEMPO DEL RISORGIMENTO - I papi, in effetti, rimangono dominatori incontrastati del Palazzo per altri 20 anni e più. Ma il 1848, anno delle rivoluzioni liberali in tutta Europa, vede il democratico Giuseppe Mazzini affacciarsi dalla Loggia delle Benedizioni del Quirinale per proclamare la laicissima ed anticlericale Repubblica Romana. Pio IX non c'è: è fuggito a Gaeta, sotto la protezione del Borbone. Il papa torna, anche questa volta, un anno dopo. Ironia della Storia: torna sulla punta delle baionette francesi, e per volontà di un altro Napoleone, il Terzo. Un contingente di spedizione d'oltralpe assedia Villa Glori, attacca al Vascello, entra da Porta San Pancrazio e cala verso il Quirinale. Pio IX è restituito al suo popolo, grazie alla intercessione della cattolicissima moglie di Luigi Napoleone Bonaparte. Ma si tratta dell'ultimo ritorno: nel 1870 arrivano i bersaglieri da Porta Pia, e Pio IX prende la strada del Vaticano, questa volta sua definitiva dimora. Questo non vuol dire che il Savoia, a differenza di Napoleone, abbia fretta di sedersi sul trono del Pontefice. Per tre mesi Vittorio Emanuele II tergiversa, prende tempo, e solo l'alluvione del dicembre 1870 gli fornisce la scusa per andare a dormire al Quirinale senza offendere la suscettibilità di nessuno. L'insediamento ufficiale arriva dopo, nella primavera del 1871. Da questo momento i Savoia hanno una nuova residenza ufficiale. Ufficiale, sì, ma non necessariamente effettiva.

QUIRINALE AL TEMPO DELLA PRIMA E SECONDA GUERRA MONDIALE - Soprattutto dopo la morte di Umberto I, infatti, sono sempre meno i giorni che la Reale Famiglia trascorre tra il Cortile d'Onore e lo Studio alla Vetrata. Durante la Prima Guerra Mondiale, poi, le Altezze preferiscono mettere a disposizione alcune delle migliaia di stanze del fabbricato per la costruzione di un ospedale militare. Loro, tanto, è dal 1911 che abitano altrove. Per l'esattezza a Villa Ada, sulla Salaria, dove si svolgono gli ultimi atti della svolta del 25 Luglio. L'Otto settembre, infine, Vittorio Emanuele III lascia per sempre Roma ed il Quirinale, viene destinato ad ospitare fino al Due Giugno 1946 un Luogotenente sempre più debole.

Dopo questa data riprende l'alternanza fra cattolici e laici. Un'ultima annotazione, sulle riforme. Il Quirinale non sembra che porti molta fortuna alla revisione o alla promulgazione delle Costituzioni. La Loggia delle Benedizioni, in particolare, vide affacciarsi tra le mille speranze dei progressisti romani ed italiani il neoeletto papa Mastai Ferretti. Dalla stessa balconata il suddetto Pio IX si affacciò altre tre volte. La prima per proclamare la costituzione della Consulta, le altre due per due clamorose marce indietro: quando, nel 1848, fece sapere che ritirava il proprio esercito dalla guerra contro l'Austria, e quando deluse le speranze dei cattolici liberali, dichiarando inapplicabili le teorie neoguelfe del Gioberti. Fu la pietra tombale del federalismo.