Venerdì 19 Aprile 2024

Stop ai migranti: "Tornate in Italia". Parigi e Berlino blindano i confini

Maxi controlli su treni e automobili. Linea dura anche in Austria. A Mentone i nordafricanisono caricati su pulmini e fatti scendere in Liguria

RIGORE I controlli serrati della gendarmeria francese  alla frontiera  di Mentone

RIGORE I controlli serrati della gendarmeria francese alla frontiera di Mentone

Roma, 24 maggio 2015 - HA VOGLIA Renzi a ribadire che «i leader europei non possono chiudere gli occhi di fronte al dramma dei migranti». Centinaia di profughi ogni giorno s’imbarcano sulle carrette del mare alla volta delle coste siciliane. Se va bene, toccano terra, dove vengono soccorsi; poi, spesso e volentieri, si danno alla fuga dai centri d’accoglienza per raggiungere le mete finali dei loro viaggi della speranza. Francia, Germania, Regno Unito... Inutilmente, perché da quelle parti se ne lavono le mani, si blindano. Ricacciando l’onda alta della disperazione in Italia. Per dirla con un francesismo: «Cher italienne, vos problèmes sont».

A MENTONE, sul confine transalpino, i gendarmi si appostano qualche centinaio di metri dietro la linea di frontiera. Da qualche settimana controllano scrupolosamente auto e treni alla ricerca di immigrati. Richiedenti asilo o meno poco importa, là spira aria di militarizzazione. La situazione non è ancora quella dell’aprile 2011, quando Parigi chiuse effettivamente i confini per respingere i nordafricani, tunisini in testa, che premevano per entrare nel paese, ma poco ci manca. L’ordine perentorio dato agli agenti è quello di setacciare borse, zainetti e tasche dei migranti fermati per trovare la prova provata della loro provenienza dall’Italia. Basta anche un biglietto, un certificato medico e, a quel punto, si avvertono il magistrato di turno e l’ufficio immigrazione per fare le oppurtune verifiche. Ma senza particolare fretta...

La legislazione francese, infatti, prevede che dopo quattro ore di fermo il profugo sia liberato o ospitato per altri due giorni al massimo in una struttura sorvegliata. Libero o ospite che sia per lui il soggiorno Oltralpe finisce sempre allo stesso modo: a bordo di un furgone bianco del Reparto mobile francese che scavalla la frontiera di Ponte San Luigi e scarica il malcapitato in Italia. Fra spintoni, urla e scarsa umanità. «Negli ultimi quindici giorni 890 migranti sono stati scortati alla frontiera», dice petto in fuori il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve. Gli unici a fare affari d’oro sono i soliti passeur che per un passaggio in macchina chiedono 50 euro, più altri 150 per approdare a Nizza, in quella Costa azzurra roccaforte della destra lepenista. Etiopi ed eritrei questo non lo sanno...

SE I FRANCESI optano per una deroga mascherata degli accordi di Schengen, la Germania non ha bisogno di trucchi. Per due settimane, dal 7 giugno, gli accordi saranno sospesi in vista del G7 in Baviera. Via libera dunque ai controlli mirati alla frontiera con l’Austria. A farne le spese saranno anche i black block, ma soprattutto i profughi che tentano di raggiungere parenti e amici da quelle parti o nei paesi scandinavi.

Come se non bastasse anche il confine tra Austria e Friuli non è più zona franca. Ne sanno qualcosa i trenta profughi respinti nei giorni scorsi e ospitati inizialmente nei centri di accoglienza del Nord Est prima di arrivare venerdì sera a Vado ligure. Anche loro pedine di un gioco dell’oca con ritorno al via che frustra speranze e lascia il peso dell’emergenza sulle spalle di chi sappiamo noi, noi italiani.