Mercoledì 24 Aprile 2024

La lettera della Rai: "Solo otto maxi-stipendi con il nuovo corso"

Rai, viale Mazzini

Rai, viale Mazzini

Roma, 30 luglio 2016 - Il pezzo pubblicato ieri su Quotidiano Nazionale e intitolato «La moltiplicazione dei paperoni, Campo Dall’Orto gli dà una mano» conteneva a nostro parere numerose imprecisioni.

1) Non corrisponde al vero che i compensi sopra i 240mila euro siano lievitati da 14 a 48 nel passaggio dalla gestione di Luigi Gubitosi a quella di Antonio Campo Dall’Orto. Ad agosto 2015, periodo in cui è cominciato il mandato dei nuovi vertici, i dirigenti con un compenso pari o superiore ai 240mila euro erano 43 (e non 14 dunque). Oggi, un anno dopo, la pubblicazione del Piano Trasparenza evidenzia come simili compensi siano appannaggio di 48 dirigenti: di questi, solo 8 riguardano nuovi assunti dal Direttore generale Campo Dall’Orto (4 con contratto a tempo determinato). Si segnala inoltre che nel corso di questo mandato sono già stati affrontati e risolti 25 casi di posizioni aziendali che presentavano criticità e che altri 10 saranno a breve risolti.

2) Per quanto riguarda il caso di Fabrizio Maffei e del suo coinvolgimento del progetto di mappatura di tutte le professionalità giornalistiche aziendali, è priva di fondamento l’affermazione secondo cui questa operazione non riscuota l’interesse dei vertici aziendali. È esattamente l’opposto: per la prima volta, la Rai ha avviato un progetto finalizzato a conoscere le proprie risorse professionali. La mappatura sarà la più aggiornata fotografia delle competenze professionali dei giornalisti interni e quindi un passo fondamentale verso una trasparenza nell’attribuzione delle funzioni. I risultati dell’analisi saranno parte integrante del Piano editoriale elaborato dal Direttore dell’offerta informativa Carlo Verdelli.

3) L’articolo affronta in maniera poco attenta la trasmissione Rischiatutto che partirà in autunno su Rai3, dopo il lancio effettuato nei mesi scorsi prima con una striscia quotidiana sulla stessa rete e poi con due prime serate dagli ascolti trionfali su Rai1. Non c’è stata «poca lungimiranza nella programmazione». Fin dalla sua ideazione, il programma è stato pensato per Rai3 e le due serate su Rai1 (oltre 7 milioni e mezzo di telespettatori) hanno rappresentato una nuova, precisa strategia aziendale, più volte rivendicata, nella quale la sinergia tra le reti diventa occasione per innovare.

4) Per quanto riguarda i rapporti tra i vertici aziendali e Gianfranco Cariola, direttore dell’Internal Auditing Rai, va precisato come la sua decisione di lasciare l’azienda sia legata a una nuova prospettiva di lavoro. Era stato lo stesso Cariola a diradare ogni dubbio in una sua dichiarazione alle agenzie di stampa rilasciata lo scorso 18 giugno: «Ho lavorato e sto lavorando in grande sintonia con l’attuale vertice sempre con un rapporto improntato al massimo rispetto dei ruoli. In questi mesi sono state avviate ulteriori iniziative per costruire un’azienda sempre più attenta al rispetto della legge e all’attuazione di condotte coerenti con il mandato di servizio pubblico. Ogni lettura differente si tradurrebbe in una distorta rappresentazione della mia scelta».

L’Ufficio stampa Rai