Mercoledì 24 Aprile 2024

Cassazione, per gli stalker arriva anche il divieto di sguardo

Una nuova sentenza fornisce il 'decalogo' per tutelare la vittima di stalking dal persecutore

Stalking (foto di archivio)

Stalking (foto di archivio)

Roma, 6 febbraio 2015 - C'è anche il 'divieto di sguardo' nella sorta di 'decalogo'fornito dalla Cassazione per tutelare la vittima di stalking dal suo persecutore. Lo si evince da una sentenza con cui la quinta sezione penale della Cassazione ha affrontato il caso di un uomo, indagato per atti persecutori, lesioni personali e violazione di domicilio, al quale era stata applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex compagna.

"Il divieto di avvicinamento alla persona offesa e il divieto di comunicazione, ovvero quello di tenere una determinata distanza da lei" sono misure, si legge nella sentenza depositata oggi, che "rimandano a un comportamento specifico, chiaramente individuabile" da tenersi nei confronti della vittima: ad esempio, quello di "non guardarla", sottolineano gli alti giudici, "quando lo sguardo assume la funzione di esprimere sentimenti e stati d'animo". E ancora: la Cassazione, tra le suddette condotte, elenca quella di "non ricercare contatti, di qualsiasi natura, con la persona offesa" e quindi "di non avvicinarsi fisicamente alla persona suddetta, di non rivolgersi a lei con la parola o con lo scritto, di non telefonarle, di non inviarle sms".

Insomma, osservano i giudici di piazza Cavour, "di non fare ciò che lo stalker è solito fare e che i soggetti appartenenti alla detta categoria comprendono benissimo". Nel caso di specie, la Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso dell'indagato, al quale il gip di Treviso e il Riesame di Venezia avevano vietato di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima e a 2 Comuni del Trevigiano, ritenendo "eccessivamente generica" tale misura "in quanto i luoghi vanno specificamente individuati". Per questo, il Riesame di Venezia dovrà ripronunciarsi sulla questione.