Lo stalker, un molestatore incapace di dialogare

Dietro certe personalità aggressive, bizzarre e taciturne, si può nascondere una forma di autismo che si trascina dall'adolescenza. Lo studio alla scuola di psichiatria patrocinata da Angelini

Lo stalking può essere dovuto a un disturbo autistico non diagnosticato

Lo stalking può essere dovuto a un disturbo autistico non diagnosticato

Roma, 5 dicembre 2014 - Lo stalking, ovvero le molestie assillanti, in certi casi può essere espressione di un disturbo lieve o latente dello spettro autistico, cioè di una condizione di sofferenza psicologica non diagnosticata in età pediatrica, ma che arriva a emergere nell'adulto in maniera problematica. Assenza di relazione, inaccessibilità alla dimensione dell’intimità e dello scambio emotivo sono i tratti distintivi dello stalking, comportamento patologico oggi che ricorre in numerosi casi di cronaca. Ne hanno discusso i medici iscritti nelle Scuole italiane di Psichiatria, riuniti a Roma per il Campus Angelini, 

Secondo stime recenti, il 12% della popolazione, almeno una volta nella vita, viene preso di mira ripetutamente in senso ossessivo. In Italia, l’Osservatorio Nazionale Stalking ha calcolato che sia addirittura una persona su cinque a subire condotte di stalking. Un fenomeno – ancora in buona parte sommerso, perché molti casi non sono denunciati e spesso neanche riconosciuti – oggetto di studio da parte di 120 giovani medici specializzandi coinvolti in un evento formativo con il patrocinio della Società Italiana Psichiatria (SIP). Obiettivo: fornire agli psichiatri del futuro gli strumenti più appropriati per individuare e gestire quello che è diventato un problema sociale sempre più diffuso. Una fenomenologia complessa quella dello stalker, maschio in circa l’80% dei casi, sui 30 anni, con capacità intellettive nella media o anche più alte, un buon livello di istruzione e spesso una storia di delusioni sentimentali e disturbi psichiatrici alle spalle. Così lo descrive la professoressa Liliana Dell’Osso, Direttore della Clinica Psichiatrica dell' Università di Pisa e della relativa Scuola di specializzazione, oltre che Responsabile scientifica del Campus.

Quello che porta lo stalker ad attuare comportamenti persecutori o approcci insistenti è l’impossibilità di instaurare una vera relazione con il partner. In questo senso – prosegue la professoressa Dell’Osso – lo stalking può rappresentare una spia di un disturbo dello spettro autistico sottosoglia (DSAS), tema centrale del Campus Angelini di quest’anno. Si tratta di forme lievi o latenti di autismo, non diagnosticate in età evolutiva, perché i soggetti hanno intelligenza normale o addirittura superiore alla media, ma che possono poi emergere nell’età adulta, complicandosi con disturbi d’ansia, dell’umore, ossessivi, psicotici o borderline. Chi ne è affetto non riesce a capire le intenzioni altrui, non sa decodificare, intuire, comprendere, condividere pensieri, sentimenti, emozioni e vissuti del prossimo né tantomeno rispondervi in modo appropriato. Spesso i soggetti credono erroneamente di essere ricambiati. Indipendentemente dalla presenza o meno di stalking, le difficoltà di socializzazione, portano poi all'isolamento, alle fobie sociali, alla creazione di uno spazio creativo interiore e al ripiegamento interiore. Nel dubbio, di fronte a situazioni ambigue che riguardano voi o la vostra cerchia familiare, parlatene con uno specialista.

Alessandro Malpelo

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