Venerdì 19 Aprile 2024

Vuelta, a Froome il remake di Peña Cabarga

Il britannico rivince sulla stessa salita di cinque anni fa, piegando anche questa volta la maglia roja dopo un acceso duello: ma come Cobo allora, anche Quintana resta leader

Seconda vittoria in carriera alla Vuelta per Froome, ancora a Peña Cabarga (Tim De Waele)

Seconda vittoria in carriera alla Vuelta per Froome, ancora a Peña Cabarga (Tim De Waele)

Peña Cabarga (Spagna), 31 agosto 2016 - Si dice che l'assassino torna sempre sul luogo del delitto, ed è esattamente quello che ha fatto oggi Chris Froome, di nuovo vincitore a Peña Cabarga come cinque anni fa. E anche oggi, come allora, il kenyano bianco ha fatto a sportellate con la maglia roja negli ultimi, durissimi, 2 km. Anche oggi, come allora, Froome s'è preso la tappa ma non le insegne del primato, che nel 2011 restarono sulle spalle di Juan José Cobo così come oggi rimangono in possesso di Nairo Quintana. Ma dopo l'elastico di due giorni fa a Covadonga - quando solo grazie a una rimonta delle sue era riuscito a dimezzare il ritardo di quasi un minuto accumulato dal colombiano a metà salita - il fatto stesso di essere tornato a mettere la sua ruota davanti a quella di Quintana vale il pieno di morale per il capitano della Sky, oggi vestito di una per lui insolita maglia bianca che qui alla Vuelta sta a significare il corridore più regolare e non il miglior giovane. 1-1 e palla al centro, verrebbe quasi da dire, sebbene in classifica restino sempre 54" a dividere Quintana da Froome, che allo scalatore andino ha rosicchiato solo 4" di abbuono. Però la risposta al rivale, che per primo aveva provato ad attaccarlo a 700 metri dall'arrivo, è stata di quelle che possono far male sul piano psicologico. E scalfire, magari, le certezze di chi dopo l'arrampicata ai Lagos de Covadonga prevedeva di mettere altro fieno in cascina in vista della cronometro di Calp, in programma al terzultimo giorno, dove quasi certamente a Quintana non basterà questo minuto scarso per difendersi dall'assalto del doppio bronzo olimpico della specialità. Ulteriore punto a favore di Froome, la crescita di Leopold König, quarto e nella scia di Alejandro Valverde. Con loro, anche un Alberto Contador che ancora non vuole saperne di arrendersi, ma che continua a dare l'impressione di avere più forza nella testa che nelle gambe. König, invece, ad ogni giorno che passa acquista maggiore consapevolezza nei propri mezzi, e oggi si è rivelato ottimo apripista per l'attacco del proprio capitano: la spalle ideale, insomma, per non farsi mettere in mezzo da quell'altra coppia terribile che risponde ai nomi di Valverde e Quintana. Lo show a cui hanno poi dato vita Froome e Quintana avrà sicuramente esaltato il pubblico, molto meno Esteban Chaves: il colombiano della Orica era infatti partito all'inizio del tratto duro, a 1.800 metri dall'arrivo, e approfittando del marcamento alle sue spalle si era presentato all'ultimo chilometro con quasi 20" di vantaggio. Sono però bastati un paio di scatti e controscatti, a quegli altri due, per essergli alle calcagna quattrocento metri più su. Alla fine Chaves ha chiuso all'ottavo posto di giornata e a 19" di ritardo, nel frattempo rimontato - oltre che dai già citati Valverde, König e Contador - anche dal compagno di squadra Simon Yates e da Michele Scarponi. Davvero infinito il quasi 37enne corridore marchigiano che, in barba alla carta d'identità che ne fa il più anziano tra gli uomini di classifica, guadagna un'altra posizione e si porta all'ottavo posto, proprio nel giorno in cui invece salta Gianluca Brambilla, arrivato con oltre cinque minuti di ritardo. Altri azzurri protagonisti oggi sono stati Davide Malacarne e Cesare Benedetti, in fuga con altri ventuno uomini a cui, tuttavia, la Tinkoff di Contador ha dato ben poco spazio. Il Pistolero, evidentemente, voleva provare a vincere la tappa e mettendo alla frusta i suoi ha permesso al gruppo di tenere gli attaccanti sotto controllo, per andare poi a riprenderli giusto all'inizio di Peña Cabarga, a circa 5 km dall'arrivo. Ultimo a cedere, un paio di chilometri più su, il belga Ben Hermans, altro habituée delle fughe, a questa Vuelta e non solo. La corsa prosegue ora con due tappe in una terra ad altissima densità ciclistica come la provincia basca, che ospiterà gli arrivi di Bilbao e Urdax-Dantxarinea: due frazioni mosse ma probabilmente interlocutorie, prima dello show-down che sabato opporrà Quintana e Froome su quattro colli pirenaici, ultimo giudice l'Aubisque su cui sarà posto l'arrivo.