Giovedì 18 Aprile 2024

Van Avermaet-Gilbert, che duello al Gp Harelbeke!

Il fiammingo della Bmc piega il vallone della Quick Step dopo un testa a testa esaltante. Intanto, al Giro della Catalogna, tappa e maglia per Alejandro Valverde che in salita stacca Froome e Contador

Il duello finale tra Van Averrmet e Gilbert, con Naesen terzo incomodo (Van Avermaet)

Il duello finale tra Van Averrmet e Gilbert, con Naesen terzo incomodo (Van Avermaet)

Harelbeke (Belgio), 24 marzo 2017 - Finalmente liberi di odiarsi (sportivamente parlando) dopo cinque anni di convivenza forzata alla Bmc, oggi Greg Van Avermaet e Philippe Gilbert hanno dato letteralmente spettacolo al Gran Premio di Harelbeke, classica fiamminga tra le più importanti al pari della Gent-Wevelgem in programma dopodomani e seconda, di fatto, solo alla mitica Ronde in calendario il prossimo 2 aprile. Alla fine, il derby belga tra il fuoriclasse vallone passato quest'anno alla Quick Step ed il fiammingo rimasto alla Bmc se lo aggiudica il secondo, Van Avermaet, ma è stato davvero un duello da ricordare. Con tanto di terzo incomodo d'eccezione, il sempre più convincente Oliver Naesen, che davvero per un soffio non è riuscito a mettere nel sacco i due grandi rivali suoi connazionali.

In questo tripudio di bandiere belghe - tre corridori di casa a monopolizzare il podio della corsa non si vedevano dal 1999: Peter Van Petegem davanti all'ex sovietico naturalizzato Andrei Tchmil e al compianto Frank Vandenbroucke - spicca invece il passaggio a vuoto dell'uomo più atteso, Peter Sagan. Il campione del mondo slovacco è stato coinvolto in una caduta ad una quarantina di chilometri dal traguardo e ha preferito salire sull'ammiraglia per risparmiare energie preziose in vista della Gent-Wevelgem dove fra quarantotto ore sarà chiamato a difendere il successo di un anno fa.

Sagan, per altro, al momento del fattaccio era già nelle retrovie, sorpreso dal forcing con cui nientemeno che Tom Boonen, ad una settantina di chilometri dal traguardo, aveva preparato il campo all'azione rivelatasi poi decisiva: l'accelerazione del vincitore di tre Fiandre e quattro Roubaix sul Taaienberg ha infatti prodotto quello sparpaglìo che ha poi consentito proprio a Gilbert e Van Avermaet di portare via il gruppetto buono, seguiti tra gli altri anche da Sep Vanmarcke, dall'australiano Luke Durbridge, quarto due giorni fa alla Dwars door Vlaanderen, e dallo stesso Naesen. L'ulteriore scrematura è arrivata sul Paterberg, a 35 km dalla conclusione, quando solo Naesen è stato capace di seguire gli scatenati Van Avermaet e Gilbert, rintuzzando poi anche ad un'ulteriore rasoiata di Roi Philippe sul Tiegenberg ai -19 km.

Affacciatisi agli ultimi due chilometri con un vantaggio di circa un paio di minuti sugli inseguitori, i tre belgi hanno dato vita ad un'autentica battaglia di nervi, consapevoli che il primo a muoversi, in una volata sostanzialmente ad armi pari, sarebbe andato incontro ad una sconfitta quasi certa. Negli ultimi 1.500 metri abbiamo così assistito ad un vero e proprio surplace, interrotto da Naesen a 250 metri dal traguardo: il portacolori della Ag2r è sembrato cogliere di sorpresa i due più quotati avversari guadagnando subito una decina di metri, ma la maggior caratura di chi in carriera è stato capace di vincere, rispettivamente, titoli olimpici e mondiali, ha fatto la differenza e ristabilito le normali gerarchie. Vince dunque Van Avermaet, e per l'oro di Rio è il secondo successo stagionale dopo l'affermazione del mese scorso all'Omloop Het Nieuwsblad. Per Gilbert, invece, un altro secondo posto a due giorni di distanza da quello, ben più dolce, conquistato a Waregem dopo aver coperto le spalle all'attacco del più giovane compagno di squadra Yves Lampaert.

Quanto agli italiani, i migliori al traguardo sono Sonny Colbrelli e Alberto Bettiol, rispettivamente settimo e decimo, ma meritano una citazione anche Sacha Modolo - capace, inizialmente, di entrare nell'azione giusta salvo poi arrendersi ai muri più pendenti - e soprattutto Fabio Felline, oggi tanto forte quanto poco lucido nel lavorare per il proprio capitano John Degenkolb: solo negli ultimi 40 km, infatti, il torinese ha disciplinato la propria esuberanza con lunghe trenate in testa al gruppo degli inseguitori; mentre in precedenza, quando in effetti tale lavoro avrebbe ancora potuto favorire un ricongiungimento con la testa della corsa, si è bruciato in almeno un paio di azioni individuali risoltesi in un prevedibile nulla di fatto. Tutta esperienza, comunque, per chi in fondo mancava alle classiche del nord dalla bellezza di sette anni e cioè da quando, nel 2010, alla stagione d'esordio aveva stupito tutti concludendo con un decimo posto proprio ad Harelbeke.

CATALOGNA, TAPPA E MAGLIA PER VALVERDE - Spostandoci in Spagna, continua il dominio di Alejandro Valverde sulle strade del Giro della Catalogna: il murciano ha infatti conquistato la seconda vittoria di tappa in altrettanti arrivi in salita e questa volta, a Lo Port, è arrivata anche la maglia di leader della corsa. Su un'ascesa ben più impegnativa di quella di due giorni fa a La Molina, Valverde è infatti riuscito a staccare di 13" i grandi rivali Chris Froome e Alberto Contador, aiutato nel finale dal giovanissimo compagno di squadra Marc Soler che a sua volta è stato capace di chiudere quarto a 25" pur avendo fatto il ritmo in testa al gruppo dei migliori per diversi chilometri.

Soler, che si era già messo in mostra nell'ultima tappa della Parigi-Nizza quando non aveva avuto paura di scattare in faccia a Contador sul Col d'Èze, da under 23 ha vinto il Tour de l'Avenir del 2015 ed è senz'altro un nome da seguire con grande interesse per gli anni a venire. Stesso dicasi per il francese David Gaudu, a sua volta capace di aggiudicarsi l'Avenir lo scorso anno e oggi ottimo settimo a soli 58". Chi invece oggi è andato incontro all'ennesimo flop della carriera è lo statunitense Tejay Van Garderen, crollato dal primo al sesto posto in classifica dopo aver perso 1'53" nei confronti di Valverde.

COPPI & BARTALI, COLPO DOPPIO SKUJINS - Concludiamo con l'Italia, dove in realtà continua a parlare straniero la Coppa & Bartali iniziata ieri con il successo del francese Pichon nella prima semitappa e quello della polacca CCC nella cronosquadre del pomeriggio. La seconda frazione, da Riccione a Sogliano al Rubicone, va infatti al lettone Tom Skujns che a 2 km dall'arrivo ha colto di sorpresa i compagni di fuga andandoli poi a precedere di 7" sul traguardo e a conquistare la maglia di leader. Due gli italiani entrati nell'azione buona, Matteo Busato e Danilo Celano, che hanno chiuso rispettivamente in terza e ottava posizone. MARCO GAVIGLIO