Valentino Rossi trionfa a Jerez (Olycom)
Bologna, 29 aprile 2016 - Regali in pista a un avversario che di nome fa Lorenzo, beh, mai e poi mai. Ma se a chiamarsi Lorenzo è un bambino costretto ad affrontare la corsa più difficile, quella per la sopravvivenza, allora sì, allora il dono di una coppa rappresenta una testimonianza di sensibilità.
Domenica scorsa Valentino Rossi ha battuto i rivali spagnoli a casa loro. Ma non ha tenuto per sè il trofeo simbolo di una impresa particolare. C’era una promessa da mantenere. Lorenzo, il bambino, sta in ospedale a Parma, nel reparto di pediatria e oncoematologia. Le grandi avventure di Valentino, da vent’anni protagonista sui circuiti di tutto il pianeta, gli tengono compagnia nelle giornate che non passano mai, fra esami e medicine. Tempo fa il piccolo aveva chiesto a Flavio Fratesi, il responsabile del fan club dedicato al fuoriclasse di Tavullia, una dedica speciale.
Più Lorenzo (il bimbo, non l’avversario) sentiva raccontare che ormai Rossi non sarebbe più riuscito a vincere e più il tifoso baby sognava il riscatto, la rimonta, il sorpasso. Ci credeva talmente tanto da esprimere un desiderio; potreste chiedere a Vale di mandarmi la coppa della rivincita?
E’ stato accontentato. Prima sull’asfalto di Jerez. E poi quando ha visto arrivare il trofeo riservato al primo classificato nella gara di MotoGP di domenica scorsa. In fondo, questa è una storia semplice, un mix di tenerezza e di emozione. Ma i buoni sentimenti aiutano a vivere meglio. E poi adesso sappiamo, tutti, di avere un Lorenzo per il quale fare il tifo!