Venerdì 19 Aprile 2024

Valentino Rossi, matare i toreri è impresa da letteratura

Giulio Andreotti aveva ragione: la classe, come il potere, logora chi non ce l’ha.

Valentino Rossi trionfa a Jerez (LaPresse)

Valentino Rossi trionfa a Jerez (LaPresse)

Non male, come impresa. ‘Matare’ in contemporanea due toreri, per giunta nel cuore di una loro arena!

C’è tutto lo spirito da folletto di Valentino, questo eterno Peter Pan della motocicletta, nel capolavoro di Jerez. Le facce di Lorenzo e di Marquez sul podio erano la fotografia perfetta: sembravano dire, gli spagnoli sconfitti, ecco, sembravano chiedersi, Jorge e Marc, ‘ma com’è possibile che questo vecchietto riesca ancora a romperci le scatole?’.

Ah, Rossi! Picaresco eroe uscito dalle pagine di un romanzo di cappa e spada. Un po’ D’Artagnan e un po’ Edmond Dantes, il Conte di Montecristo. Dunque, dove eravamo rimasti? Alle amarezze di un autunno fa, all’epilogo di un mondiale che tristemente dava ragione a quanti caricavano sulle spalle del figlio del mio amico Graziano l’onere insostenibile dell’età. Ormai era un coro: per carità, massimo rispetto per Vale e per la sua tenacia, eppure contro l’anagrafe conviene alzare bandiera bianca. Stanco lui, vispi e freschi i contendenti.

Una storia chiusa, una partita dall’esito scontato. Mica tanto. Può ben essere che per il titolo iridato il boccino rimanga saldamente in mano allo spagnolo della Honda oppure allo spagnolo futuro ducatista. E però il Rossi di Jerez è un messaggio in bottiglia nel mare dei nostri tumulti quotidiani. Prendete nota: non è vero che l’esperienza è un limite, non è vero che il talento conta meno di una carta d’identità, non è vero che la clessidra del Tempo tutto governa, visto che il primo successo di Vale nel motomondiale risale al 1996, venti anni fa, categoria 125. Vent’anni dopo, esattamente come D’Artagnan, lui è ancora lì. Sul gradino più alto del podio. Lasciatemi scomodare un noto centauro del passato: Giulio Andreotti. Aveva ragione: la classe, come il potere, logora chi non ce l’ha.