Mercoledì 24 Aprile 2024

Tour, sui Campi Elisi sfreccia Greipel

Come nella passata edizione, il velocista tedesco si impone nella volata conclusiva a Parigi. Battuti Sagan e Kristoff. Arrivo in parata per Chris Froome e per la sua Sky.

André Greipel sfreccia sui Campi Elisi (LaPresse/Reuters)

André Greipel sfreccia sui Campi Elisi (LaPresse/Reuters)

Parigi, 24 luglio 2016 – Cala il sipario sulla 103esima edizione del Tour de France. Come da tradizione, anche quest’anno sono stati gli Champs Élysées a fare da scenario all’ultimo atto della Grande Boucle; e come l’anno scorso, è stato ancora André Greipel a mettere la propria firma sullo sprint più prestigioso della stagione. Il possente velocista tedesco della Lotto-Soudal, ancora a secco di vittorie in questa edizione, ha superato di forza Alexandre Kristoff a 100 metri dal traguardo, resistendo poi al disperato tentativo di recupero della maglia verde Peter Sagan, costretto ad accontentarsi di un secondo posto meno amaro rispetto ai tanti già conquistati in carriera al Tour.

Gli ultimi chilometri della ventunesima e ultima tappa sono stati tra i più convulsi e concitati di una delle edizioni più noiose e monotone della storia del Tour. Merito (o colpa, per meglio dire) dei tanti incidenti avvenuti a ridosso e nel corso dell’ultima delle otto tornate in programma nel cuore della Ville Lumiere e che hanno coinvolto tanti dei possibili protagonisti dello sprint conclusivo. Per uno strano gioco del destino, il primo a essere colpito dalla sfortuna è stato proprio Greipel, vittima di una foratura poco dopo l’ingresso nel circuito parigino. Il Gorilla, per sua fortuna, è rientrato senza grossi problemi, mentre andata decisamente peggio al connazionale di Greipel, Marcel Kittel: stesso incidente meccanico, ma in un momento della corsa diverso, quando il ritmo del gruppo si era decisamente alzato per rintuzzare i vari tentativi – tutti infruttuosi – che si sono susseguiti nei chilometri finali.

In difficoltà per tutto il Tour, in cui è riuscito a conquistare una sola vittoria, Kittel non ha nascosto tutta la propria frustrazione per l’accaduto, spendendo preziose energie fisiche e psicologiche per rientrare in gruppo; energie che gli hanno impedito di presentarsi nelle posizioni migliori durante le fasi cruciali della tappa, rimanendo pure coinvolto in uno dei tanti incidenti susseguitisi nel corso dell’ultima tornata. Prima Sondre Holst è stato vittima di una foratura, proprio quando la sua squadra si era messa in testa al gruppo a lavorare per lui, poi una caduta ha coinvolto diversi corridori poco prima dell’ingresso nell’ultimo chilometro; nel frattempo, un altro possibile protagonista dello sprint finale, Bryan Coquard, era costretto ad alzare bandiera bianca a causa di un guasto meccanico. Tanta confusione, insomma, che ha prodotto uno sprint tutt’altro che lineare, in cui Jacopo Guarnieri è stato costretto a lanciare la volata già dalla curva a destra che immette nel tradizionale circuito finale.

Il finale ve l’abbiamo già raccontato, con la vittoria di Greipel (l'undicesima in carriera al Tour) su Sagan e Kristoff. Dietro a loro, parecchio distanziati, si sono piazzati nell’ordine Boasson Hagen, Matthews, Stuyven, Navardauskas, Laporte, Bennett, Van Rensburg e il nostro Davide Cimolai, migliore degli italiani appena fuori dalla top ten. Molto più tranquilla, sia pur trionfale, la conclusione del Tour della maglia gialla Chris Froome: un arrivo in parata, come quello delle due precedenti vittorie del corridore anglo-kenyano, che ha voluto così omaggiare i propri compagni di squadra. Anche sul podio delle premiazioni, il capitano della Sky ha voluto ringraziare tutta la propria squadra, dai compagni ai massagiatori,dal team manager Dave Brailsford ai meccanici, dedicando un pensiero al proprio piccolo figlioletto e a una Nazione, la Francia, profondamente ferita dai recenti attentati che l’hanno colpita, ultimo dei quali quello che pochi giorni fa ha sconvolto Nizza, il Tour e l’Europa intera. L’auspicio di Froome e di tutti gli appassionati per i Tour a venire è quello di poter vivere con maggiore serenità le tre settimane di corsa più importanti dell’anno.