Giovedì 18 Aprile 2024

Solito Tevez, la Juventus sbanca San Siro e fa piccolo il Milan

Come un anno fa, l'argentino piega i rossoneri e lancia i suoi in vetta alla classifica. Rivincita Allegri sul Diavolo che gioca una gara generosa ma crea poco dalle parti di Buffon

La conclusione vincente di Tevez (Lapresse)

La conclusione vincente di Tevez (Lapresse)

Milano, 20 settembre 2014 - La squadra da battere è ancora la Juventus. Carlos Tevez fa piccolo il Milan e rende dolcissimo il ritorno a San Siro di Massimiliano Allegri che si prende la sua doppia personale rivincita sul Diavolo e su Inzaghi. Come un anno fa, il protagonista in campo è l'Apache rimpianto da Galliani che due stagioni fa gli aveva praticamente consegnato la maglia rossonera prima che la storia prendesse una piega diversa. La vittoria di Tevez è però soprattutto la vittoria della Juventus che senza Pirlo e con Vidal in campo solo nel finale continua il suo percorso netto in campionato e con una prestazione normale batte la creatura di Inzaghi ancora troppo acerba per impensierire un avversario complessivamente più forte in ogni reparto.

La Juve mette in campo tutta la sua personalità e fa la partita sin dalle prime battute costringendo il Milan a preoccuparsi più di reggere il suo urto che a proporsi in avanti: come chiesto dalla curva di un San Siro gremito, il Diavolo ci mette tanta rabbia e cattiveria agonistica. Nasce così un primo tempo dai ritmi alti ma dalle rare occasioni da gol. Un po' per tattica e un po' per necessità, Inzaghi punta tutto sulle ripartenze del suo tridente del quale torna a far parte El Shaarawy: ma il Faraone, insieme a Honda, corre soprattutto all'indietro per aiutare i compagni e davanti non si vede quasi mai. Il più attivo è Menez, pericoloso quando ha la possibilità di cambiare passo e puntare verso la porta. I rossoneri soffrono le incursioni centrali di Pereyra e gli scambi rapidi tra Tevez e Llorente. Da una di queste combinazioni nasce la conclusione del sostituto di Vidal che sfiora la traversa. L'altra spina nel fianco per il Milan è il pressing molto alto che i portatori di palla eludono con apprensione e poca precisione.

La prima mezz'ora scorre via veloce e senza sussulti, poi la gara si accende all'improvviso. La miccia è un colpo di testa di Honda su un preciso lancio di Muntari che trova la pronta respinta di Buffon. Lo spavento scuote la Juventus che chiude il primo tempo davanti e costringe Abbiati agli straordinari: il capitano rossonero prima sbarra la porta a Llorente da pochi passi, quindi replica sulla botta dal limite del solito Pereyra. Ma il brivido più grande per gli 80mila di San Siro lo provoca il palo centrato da Marchisio con un sinistro da fuori che avrebbe meritato maggior fortuna. 

La pressione della Juve resta alta anche nella ripresa e schiaccia il Milan che non riesce più a uscire dalla sua metà campo. Agli uomini di Allegri, che nel frattempo ha perso Caceres per infortunio (dentro Ogbonna), serve però il colpo del campione per passare: splendido triangolo Tevez-Pogba e l'Apache non perdona Abbiati che può solo sfiorare sulla conclusione ravvicinata dell'argentino che realizza il suo quarto gol in una settimana. Vantaggio meritato per i bianconeri che poco prima avevano già sfiorato il gol con Marchisio. 

Inzaghi toglie Poli e fa scattare il semaforo verde per Torres dopo che aveva già inserito Bonaventura per l'esausto El Shaarawy. Il Milan passa alle due punte che diventano tre con Pazzini, ma la reazione è spinta più dalla rabbia che dalle idee e non produce pericoli per un Buffon assoluto spettatore di una ripresa dominata dalla Juventus che riabbraccia anche il ritorno in campo di Vidal e controlla senza ansie mandando un nuovo messaggio al campionato: gli uomini da battere sono sempre loro.