Mercoledì 24 Aprile 2024

Tavecchio, monta la polemica. Calciatori e politici chiedono passo indietro. Lui: "Non sono razzista"

Il candidato alla presidenza della Figc nella bufera dopo la frase choc: "In serie A gioca chi prima mangiava le banane". Tommasi: "Sono sconcertato". Arrivano le scuse: "Sono favorevole all'integrazione"

Carlo Tavecchio, 71 anni (Lapresse)

Carlo Tavecchio, 71 anni (Lapresse)

Roma, 26 luglio 2014 - La proabile elezione di Carlo Tavecchio alla presidenza della Figc sta diventando un caso nazionale. Tutta colpa delle dichiarazioni pronunciate dal 71enne numero uno della Lega Dilettanti (superfavorito sullo sfidante Demetrio Albertini) nel corso dell'Assemblea: "Le questioni di accoglienza sono un conto, quelle del gioco un altro. L'Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che 'Opti Poba' è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree".

Parole che lo stesso dirigente ha poi provato a ridimensionare ("Accetto tutte le critiche ma non l'accusa di razzista perché la mia vita testimonia l'esatto contrario"), senza però riuscire a smorzare la critica partita sul web, con una protesta che è andata via via montando coinvolgendo anche importanti esponenti politici. Forte quella che arriva da Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport. Da ambienti a lui vicini si percepisce una certa irritazione nei confronti di  Tavecchio e si ricorda che il sottosegretario ha guidato fino allo scorso anno la campagna per i diritti della cittadinanza dei giovani stranieri nati e cresciuti in Italia ("L'Italia sono anche Io") e che ha promosso iniziative contro il razzismo e per l'intercultura.

Ancor più netta la posizione espressa da Debora Serracchiani, vice segretaria del Pd: "Il caso Tavecchio non dovrebbe nemmeno essere in discussione:  la sua candidatura semplicemente non può essere presa in considerazione. Se lo sport deve essere anche un mezzo per proporre modelli di comportamento allora chi usa espressioni di stampo razzista non può andare ai vertici di un organo importante e visibile come la Figc. Ha fatto bene a scusarsi, ora faccia meglio e rinunci alla carica". 

Il tam tam, come detto, era partito sulla rete con fotomontaggi e hastag (ad esempio #NoTavecchio). Sul versante politico, invece, tra le prime reazioni registrate ci sono state quelle di Roberto Morassut (Pd): "Il signor Tavecchio dovrebbe ritirarsi dopo le sue indegne dichiarazioni. Le sue parole sono gravi e non possono essere sminuite o delimitate dentro gli ambienti del calcio. Non c'è alcuna invadenza della politica nel chiedere al signor Tavecchio di rinunciare alla sua candidatura".

 

Anche Giovanna Melandri, ex responsabile governativa dello sport, ha preso le distanze: "La frasaccia di Tavecchio non onora lo sport e vanifica ogni sforzo per colpire razzismo. Fermatelo", scrive su Twitter. "Tavecchio non può fare il presidente della Figc. Sono state svuotate le curve e sospese partite, per parole così. Non avrebbe credibilità", sono le parole, sempre su twitter, di Davide Faraone.

Chi cerca di mitigare è il presidente della Lega di serie B, Andrea Abodi, che rispondendo ad alcuni tweet l'ha definita "una frase inaccettabile" che "non fa di una persona un razzista. La demagogia non è una buona medicina". Stessa lettura da parte di Mario Macalli, numero uno della Lega Pro: "Strumentalizzazione sorprendente, ho conosciuto poche persone più impegnate di lui in favore delle popolazioni africane e degli extracomunitari che vivono nel nostro Paese".

Dura invece la reazione di Damiano Tommasi, presidente dell'Assocalciatori: "Sono sconcertato, ma non so se essere ancora più allibito dal silenzio che le ha circondate. In queste ore - ha detto all'AnsaTommasi - ho ricevuto numerose telefonate di calciatori italiani e stranieri che sono letteralmente esterrefatti".

A poco sembrano valere le scuse arrivate dallo stesso Tavecchio: "Nel mio discorso, in maniera impropria e per questo mi scuso ancora una volta, mi riferivo al fatto che sono a favore dell'integrazione, ma al contempo rinnovo la necessità di scoraggiare l'utilizzo di calciatori che non migliorano la qualità del nostro campionato. Come scritto nel mio programma elettorale, se sarò eletto presidente della Figc, la Federazione condurrà una politica fattiva contro ogni discriminazione".