Martedì 23 Aprile 2024

Il calcio piange Sibilia. Avellino, addio a un pezzo di storia

Presidente degli irpini in tre diverse occasioni a partire dagli anni Settanta, ha lanciato giocatori del calibro di Tacconi, Favero, Vignola e Juary

Antonio Sibilia (Ansa)

Antonio Sibilia (Ansa)

Avellino, 29 ottobre 2014 - Era l'ultimo rimasto dello storico terzetto, composto da Costantino Rozzi (Ascoli) e Romeo Anconetani (Pisa), che ha caratterizzato indiscutibilmente il calcio italiano degli anni '80. Con la morte del 'Commendatore' Antonio Sibilia se ne va un pezzo di storia di Avellino e della sua provincia. Nel corso della sua presidenza, con i biancoverdi in Serie A per diversi anni,  Sibilia ha lanciato giocatori del calibro di Stefano Tacconi, Luciano Favero, Beniamino Vignola e Angelo Alessio, portando in Italia anche campioni stranieri come il brasiliano Juary e il peruviano Geronimo Barbadillo. Imprenditore 'chiacchierato', rimarrà nella storia quando nel 1980 portò proprio Juary in visita all'allora capo della camorra Raffaele Cutolo durante un'udienza di un processo al vecchio tribunale di Napoli a Castel Capuano. 

Sibilia è stato presidente dell'Avellino dall'ottobre del 1970 a giugno 1975, dal 1982 al giugno 1983, e infine dal 1995 all'estate del 2000, quando ha lasciato definitivamente la proprietà della squadra.  Nell'estate del 2007 aveva tentato di acquistare il Pescara. Malato da mesi, avrebbe compiuto 94 anni il prossimo 4 novembre.