Juventus, ora blindare Morata e Pogba per l’assalto alla Champions

Juventus, la festa scudetto (Ansa)

Juventus, la festa scudetto (Ansa)

Cinque scudetti di fila. Come la Juve degli anni Trenta, come il GrandeTorino di Loik e Valentino Mazzola. Quando una squadra realizza un ciclo di vittorie così lungo, entra di diritto nella leggenda dello sport. E la Juve di Andrea Agnelli sale con pieno merito i gradini dell’immortalità. 

Dentro un’impresa del genere ci sono valori tecnici e umani non comuni: l’eterna bandiera di Buffon, il marchio degli indomabili veterani (Bonucci e Barzagli su tutti), la classe delle nouvelle vague bianconera, incarnata da Dybala, Pogba e Morata, le qualità tecniche e la scaltrezza di un allenatore troppo spesso sottovalutato come Allegri.

Ma prima di tutto viene la società, la forza di un club che ha battuto la concorrenza sul tempo, dandosi una solido assetto manageriale (con Marotta e Paratici ai vertici) e rigidi criteri di gestione. Lo stadio di proprietà e un moderno sfruttamento delle risorse che vengono da marketing e merchandising consentono alla Juventus di autogestire le proprie risorse, di reinvestire sul mercato i guadagni derivati dalla catena di successi in campionato e dal regolare accesso alla Champions League.

Così, nella stagione che ha visto partire Pirlo, Tevez e Vidal, la Juve ha portato in bianconero il fantastico talento di Dybala, lo spessore tecnico di Khedira e poi Rugani, Alex Sandro, Cuadrado, uomini che hanno scritto pagine decisive nella straordinaria rimonta dei cannibali di Allegri. Superato lo choc dell’avvio, richiamati i nuovi innesti a una diversa intensità in campo, la Juve ha cominciato la sua trionfale galoppata verso il record dei cinque scudetti consecutivi. Prima di tuffarsi nelle suggestioni del mercato (un regista che possa dare il cambio a Marchisio, un trequartista di valore e un altro difensore per fare da scudiero ai veterani) è bene che Marotta provi a blindare i giovani campioni che hanno scritto la nuova storia bianconera.

Pogba e Dybala rappresentano non solo un capitale da 200 milioni di euro ma anche la garanzia che la Juve del futuro poggerà su basi solide, su giocatori di classe cristallina. E il Morata meno brillante di questa stagione post Tevez non va riconsegnato al mittente (il Real Madrid) in forza del diritto di recompra. L’attaccante spagnolo ha ancora un grande potenziale di crescita e l’Europeo alle porte potrebbe consacrarlo tra i grandi. Privarsene significherebbe dover battere l’Europa alla ricerca di un talento del suo valore. Impresa piuttosto complicata. 

Quanto ad Allegri, il tecnico si è confermato un ottimo gestore di uomini. Ama inserire i giovani con molta gradualità (ma Dybala lo ha convinto in fretta). Guida la squadra con piglio sicuro, fidando sull’esperienza dei suoi eterni gladiatori e su idee tattiche sempre funzionali all’avversario. Ha mancato per un soffio il grande colpo europeo e non si è arreso neppure allo strapotere del Bayern. Così la vittoria in Champions diventa l’obiettivo cardine della stagione che verrà. Con l’esperienza accumulata nell’anno della grande rimonta, anche Acciughina, come lo chiamano gli amici livornesi, imparerà a nuotare meglio fra gli squali d’Europa.