Giovedì 18 Aprile 2024

SCHEDA Blatter, lo svizzero 'non neutrale'

Da 17 anni alla guida della Fifa, nulla lo abbatte: scandali, federazioni indignate e tantissime gaffe

Joseph Blatter (Ansa)

Joseph Blatter (Ansa)

Zurigo, 29 maggio 2015 - Qualcuno lo ha definito lo svizzero 'non neutrale'. Josef Blatter, meglio conosciuto come Sepp, dal 1998 è il re incontrastato della Fifa di cui è stato rieletto presidente per un quinto mandato. Il 79enne colonnello, poliglotta con una laurea in amministrazione commerciale, è riuscito a navigare nelle acque del governo del calcio nonostante critiche e qualche gaffe. Passando sopra tutto e tutti, come testimoniano le 598 mila voci che Google elenca quando si digita il suo nome. 

E non parliamo solo dello scandalo Fifagate, partito tra l'altro da una autoindagine dell'istituzione mondiale del calcio, che ha travolto il quartiere generale di Zurigo con pesanti accuse di corruzione e ben sette arresti. Blatter è sempre uscito pulito da ogni inchiesta finora. Con lui le casse della federazione internazionale si sono riempite di dollari a dismisura, grazie a diritti tv, marketing, pubblicità. Soldi che sono stati usati dal colonnello per sostenere i Paesi che lo appoggiavano, insieme con spese faraoniche degne di un capo di stato. 

La gestione Blatter è stata poi caratterizzata da scelte discutibili sulle nuove regole di gioco. Il presidente svizzero infatti ha sempre mostrato una ostinata resistenza sulla tecnologia e sulla moviola, evitando così di fugare dubbi sulla discrezionalità degli arbitraggi. Ma sono le gaffe l'aspetto che meglio descrive la sua personalità. 

Nel 2006 sugli spalti dell'Olympiastadion di Berlino scelse di non premiare i giocatori della Nazionale italiana appena diventati campioni del mondo, per poi salutarli affettuosamente due anni dopo in un albergo romano spiegando che c'era stato un equivoco. Celebre anche una sua frase nel 2011 dopo le offese si per il colore della pelle di Terry e Suarez: "Il razzismo nel calcio non esiste". Per questo motivo la federcalcio britannica ne chiese le dimissioni.

Socio onorario del Real Madrid, insultò Cristiano Ronaldo dicendo che "passava troppo tempo dal parrucchiere". Puntuali le reazioni rabbiose del campione portoghese e di mezzo calcio iberico. Per argomentare l'assegnazione dei Mondiali in Qatar, disse invece di aver avuto pressioni da Francia e Germania, sollevando una stizzita reazione dei due paesi. Insomma una carriera impregnata di scorciatoie, affari e consapevolezza dell'importanza delle relazioni geopolitiche, testimoniate dai suoi appoggi delle Federazioni africane ed asiatiche. 

Carriera partita in Fifa nel 1981, suggellata da un'elezione alla presidenza lontana 17 anni quando sostituì Joao Havelange. Un voto che, in pochi ricordano, fu caratterizzato da voci di irregolarità finanziarie e brogli. Ma lui, calciatore in gioventù, tirò dritto con una frase secca: "Delegati, grazie! Grazie mille!!". Niente gaffe, per quelle ci sarebbe stato tempo e ce ne sarà ancora.