Venerdì 19 Aprile 2024

Scandalo Fifa, un carrozzone da rovesciare

Ci voleva la Fbi per raccontare al mondo quello che già tutti sapevano. Ci voleva la Giustizia americana per portare allo scoperto il marcio che alberga da vent’anni dentro la Fifa, la massima organizzazione del calcio mondiale. Sono arresti eccellenti quelli di Zurigo con due vicepresidenti e un ex membro del consiglio direttivo. Ma il dato più sconcertante è che il perverso sistema di tangenti, bustarelle, frodi telematiche legate alla cessione dei diritti televisivi e all’assegnazione dei mondiali di calcio, affonda le radici a oltre vent’anni fa.

Sono passate due generazioni di dirigenti Fifa ma i sistemi di corruzione non sono cambiati e l’avidità di guadagni illeciti è rimasta il filo conduttore che ricollega passato e presente. Vent’anni fa Sepp Blatter, soprannominato il Faraone o il Dittatore, l’uomo che amministra il calcio mondiale, era già segretario generale della Fifa, prima di diventarne presidente nel 1998.

Difficile credere alla sua professata estraneità al marcio che lo circonda, anche se l’ineffabile Sepp è uscito pulito dalle inchieste che lo hanno riguardato in questi anni. E proprio per scrollarsi di dosso le accuse dei suoi oppositori, l’ex colonnello svizzero chiese a Michael Garcia, presidente della commissione investigativa del comitato etico Fifa, di indagare sull’assegnazione dei mondiali di Russia 2018 e Qatar 2022. Quello scottante dossier venne poi letto in modo assolutorio dalla Fifa e i tentativi di corruzione ridimensionati. Ma le dimissioni di Garcia hanno aperto la strada alle inchieste di oggi che rischiano di far crollare il grande carrozzone della Fifa.

In attesa che l’indagine tolga ogni velo alla Coppa del mondo delle truffe, il calcio ha la grande occasione per voltare pagina nel congresso Fifa di domani, che dovrebbe eleggere il nuovo presidente. Blatter, 79 anni e 17 di regno, punta al quinto mandato, forte delle sue eterne alleanze. Ma il peso politico dell’Uefa di Platini (che vorrebbe boicottare il voto) e le ombre dell’inchiesta possono spostare gli equilibri e regalare al calcio l’inizio di una nuova era. Forse il principe Ali bin Al Hussein di Giordania, rivale designato di Blatter, non sarà il miglior presidente possibile per il mondo del pallone. Ma la voglia di un calcio libero e pulito, non più soffocato dalla corruzione e dalla smodata sete di denaro, non può più aspettare. È il momento giusto per rovesciare il mondo