Roma, solo presunzione con i marziani tedeschi. Arbitri, parlate di più

La Roma ritorna sulla terra con qualche giorno d’anticipo, non è ancora Halloween, ma incubi e fantasmi nella notte dell’Olimpico non mancano davvero. Succede in tutte le migliori famiglie del pallone di beccare una valanga di gol, chiedere per conferma al Brasile nell’ultimo mondiale battuto sempre 7-1 per colpa (o merito) dei tedeschi. Ma succede di prendere una risuolata storica con più facilità quando si perdono le reali dimensioni e il senso della misura: tu chiamala se vuoi presunzione.

A forza di dire «semo nà forza», quelli della Roma devono aver creduto davvero di essere già al livello del Bayern. Morale? Una disfatta, calcistica e psicologica assieme, che riporta il pensiero ai sette gol presi sempre dalla Roma allora di Spalletti con lo United. Corsi e ricorsi storici. Contro le squadre più ricche, più forti e più organizzate come il Bayern converrebbe tenere un profilo basso, giocare sulla sorpresa, avere superiori attenzioni tattiche, ma evidentemente il momento della Roma e la voglia di stupire hanno fregato anche l’attento Garcia per una sera troppo simile a Zeman. E’ Roma, ragazzi!

E’ il nostro calcio che anche nella sua espressione migliore come quella giallorossa è lontano anni luce da una supersquadra come il Bayern con un superallenatore come Guardiola che la presunzione non sa neppure cosa sia. La Champions ci restituisce una Roma frastornata anche se ancora in corsa, che ora però potrebbe vacillare nelle sue certezze anche in campionato. Vedremo.

La Juve ci spera, noi siamo curiosi di capire come reagiranno i resti di Totti & C.: un bagno di umiltà potrebbe servire. Umiltà e coraggio che ha dimostrato l’arbitro Rocchi nell’ammettere le sue colpe in Juve-Roma. Grande l’idea di Nicchi di farlo parlare, grandissimo Rocchi nel trasformare un incendio infinito, in qualcosa di normale. Sbagliano gli arbitri come i calciatori e gli allenatori. Una grande lezione di sport e di fair play che speriamo faccia riflettere anche lo zoccolo duro degli irriducibili malpensanti, con la convinzione che parlare e parlarsi di più potrebbe far bene a tutti. Uno, cento, mille Rocchi e il calcio (forse) diventerà un posto migliore.