Fifa, Raiola lancia la sfida a Blatter: "Mi candido alla presidenza"

Il procuratore di Balotelli, Ibrahimovic e Pogba: "Se posso lo faccio, ci devo provare. Voglio una Fifa trasparente". Entro il 29 gennaio però dovrà trovare l'appoggio di almeno cinque federazioni

Mino Raiola, procuratore di Balotelli, Ibrahimovic e Pogba (Lapresse)

Mino Raiola, procuratore di Balotelli, Ibrahimovic e Pogba (Lapresse)

Milano, 23 gennaio 2015 - Meno poteri al presidente, un board di professionisti a cui affidare la gestione per una Fifa più trasparente e magari anche lontana dalla Svizzera. E sulla tecnologia, piena autonomia per le Federazioni. E' questo in estrema sintesi il programma di Mino Raiola, che ai microfoni di Sky Sport 24 ha confermato le sue intenzioni già manifestate al quotidiano olandese De Volkskrant di candidarsi per la guida della Fifa. "Se posso lo faccio, poi vedremo, non è così facile come sembra sfidare un sistema non democratico, una massoneria come la Fifa, non è facile ma ci devo provare e ci proverò - assicura il procuratore di Balotelli, Ibrahimovic e Pogba -. I pochi amici che ho nel calcio mi volevano convincere a non farlo ma qualcuno deve. Mi sembra una vergogna che nessun altro esterno alla Fifa si candidi, non serve essere molto intelligenti per capire che non si può continuare così". 

"Blatter è ormai un drogato di potere, se volesse davvero bene alla Fifa dovrebbe dimettersi ma vuole bene solo a se stesso e le Federazioni che lo votano dovrebbero vergognarsi", continua Raiola. L'intento è "passare dalla Corea del Nord alla Corea del Sud. Voglio una Fifa trasparente, togliere i poteri al presidente e darli a un Consiglio d'amministrazione con 3-4 professionisti. Voglio un sistema che si possa controllare dall'interno, in cui non tutte le decisioni dipendono da una sola persona. E potrei anche portare la Fifa fuori dalla Svizzera, in un Paese più trasparente". Secondo l'agente dei calciatori, la Federazione internazionale deve essere riportata "un livello moderno e democratico". 

Un discorso che sembra vada ben oltre la provocazione. "Oggi - prosegue Raiola - non capisco quale sia la funzione della Fifa, mi sembra solo una macchina per fare soldi. Invece deve solo promuovere il calcio nel mondo, portare idee innovative, non è giusto chiedere a un Paese di fare una festa a casa loro senza pagare". In caso di elezione, però, Raiola potrebbe dover lasciare il suo lavoro di procuratore. "Fare il presidente della Fifa deve essere un onore, non lo si fa per soldi ma per rappresentare un'ideologia in cui si crede. Se poi sarò eletto e ci sarà un conflitto d'interesse, farò una scelta, parlerò con i miei giocatori e lo risolverò". 

Raiola, ovviamente, spera nell'appoggio della Figc: "Sarei orgoglioso se il Paese dove sono nato mi votasse ma dovete chiedere a Tavecchio e chiedergli cosa Blatter ha fatto per l'Italia". Infine, sulla tecnologia, la sua idea è chiara: "ogni Federazione deve avere il diritto di organizzare il suo campionato come vuole e non dipendere dalla Fifa".

Per arrivare alla candidatura, però, Raiola dovrà trovare entro il 29 gennaio (data di chiusura dei termini per la presentazione) l'appoggio di almeno cinque federazioni, risultato che finora solo il presidente uscente Sepp Blatter può garantire. Ad annunciare la volontà di candidarsi sono stati finora il principe giordano Ali bin Al-Hussein (il più accreditato quanto a requisiti minimi), l'ex vicesegretario della Fifa Jerome Champagne e l'ex attaccante francese David Ginola. Al momento, però, come ha spiegato oggi il responsabile della commissione Fifa che deve valutare le candidature, Domenico Scala, non c'è nessun candidato ufficiale per la corsa alla presidenza.