Venerdì 19 Aprile 2024

Quella pelata italiana brilla anche per Conte. Capolavoro di Allegri

Giuseppe Tassi

C’È IL SEGNO di Zaza sulla partita che vale lo scudetto. Nel grande festival dei più celebrati campioni (Higuain, Dybala, Pogba) riluce la pelata italiana del bomber di scorta. Il suo gol è una lama tagliente, una mannaia che cala sulla testa del Napoli quando la partita sta per tramontare. Una zampata che fa male, un sinistro che sembra un gancio al fegato all’ultimo round. E la deviazione di Albiol rende quella stoccata ancor più perfida e imprevedibile, vanificando il tuffo di Reina. E’ il gol che vale il sorpasso e cambia la storia del campionato. La Juve l’ha riscritta a suon di numeri con 15 vittorie consecutive, una tenacia da scalatore e le strategie sottili di Allegri, il vero vincitore della serata. Dal suo cilindro esce una Juve perfettamente equilibrata, a dispetto delle assenze di Chiellini, della condizione modesta di Khedira, dell’infortunio che taglia fuori Bonucci nel secondo tempo della partita.

CON UN 4-4-2 elastico e munitissimo, con Cuadrado sempre pronto al sacrificio e al ripiegamento, la Juve limita al minimo le qualità offensive del Napoli. Sarri replica il suo classico 4-3-3 ma il mulinare furioso di Higuain e Insigne cozza contro un muro di maglie bianconere e Bonucci sfila via dalla testa del bomber argentino l’unica vera palla-gol del Napoli. Non è mai una Juve in affanno, neppure quando entra Rugani al posto di Bonucci. Barzagli è un autentico gladiatore, un insuperabile colosso e la difesa, protetta da Marchisio e da un solido Pogba, tiene lontani i pericoli, mentre Dybala arriva a sfiorare il vantaggio nell’unica palla-gol che gli è concessa. COSÌ la soluzione arriva dalla panchina, da quel Zaza che si accende improvviso come una torcia appena tocca il campo. Sembra elettrico, indemoniato, si butta su ogni palla, vince contrasti impossibili. E quando la sorte gli recapita sul piede la palla decisiva, infila l’unico spazio libero con la forza del predestinato. Un bel segnale anche per Conte e per la sua Italia, che ha fame di attaccanti veri e affamati come Zaza. A sorpasso avvenuto, la Juve guarda con fiducia all’Europa e al big-match di Champions con il Bayern, anche se dovrà pagare ancora pedaggio pesante in termini di infortuni. La favola del Napoli, ora staccato di un punto, non finisce qui e il lungo slalom parallelo, fatto di 13 partite, che ci separa dallo scudetto può essere ancora costellato di brividi e colpi di scena. Se Sarri saprà assorbire il contraccolpo psicologico della sconftita, ne vedremo delle belle.