Djordjevic abbracciato dai compagni (Lapresse)
Palermo, 29 settembre 2014 - A Genova la Lazio aveva brillato e di punti a casa Pioli ne portò zero. Al Barbera arriva il bottino pieno e una vittoria per 4-0 sul Palermo, con il minimo indispensabile sul piano di gioco ma finalmente con un attaccante decisivo. E' la serata di Filip Djordjevic, autore delle prime tre reti (le prime per lui in Serie A) che mettono la gara in discesa (il poker lo sigla Parolo allo scadere) e servono a Pioli per uscire dalla zona delicata della classifica e magari rivedere le gerarchie in attacco.
Una Lazio che fin qui aveva costruito troppo e concretizzato poco, smentisce se stessa raggiungendo il massimo in fase di realizzazione contro un Palermo bello, frizzante dalla metà campo in su ma troppo macchinoso e leggero in difesa. Bene Dybala e Vazquez, ma agli spunti tecnici del primo e alla fantasia del secondo, corrispondono solo tiri dalla distanza e pochi rifornimenti dalle parti di Belotti. L'attaccante che aveva fatto impazzire il Napoli è rimasto troppo isolato davanti.
Non è un caso che invece l'unico tiro del Palermo in area sia arrivato con un colpo di testa di Feddal (al 22' della ripresa) sparacchiato fuori. Sarebbe stato il gol dell'1-1 e magari l'inerzia avrebbe fatto il giro opposto. Invece il Palermo preme e costruisce le azioni più pericolose ma la Lazio, dopo aver chiuso in vantaggio il primo tempo, può permettersi di giocare di rimessa.
Nei secondi 45' i rosanero ci provano in tutti i modi. Troppa superficialità sotto rete e per poco Djordjevic non beffa Sorrentino, costretto al doppio miracolo anche su Mauri. Nel finale la gara si accende, il Palermo si apre troppo per tentare il pari e la Lazio ci va a nozze. Felipe Anderson (entrato per Candreva), ha vita facile a destra e con le praterie che lascia la squadra di Iachini, al 75' e al 83' arrivano altri due gol di Djordjevic, e al 93' il 4-0 di Parolo. La Lazio si rialza e sale a 6 punti, il Palermo resta all'ultimo posto con Sassuolo, Parma ed Empoli.