Giovedì 25 Aprile 2024

Roma 2024, Raggi pronta a dire no

Quasi infranto il sogno Olimpiadi accarezzato da Renzi e Malagò

Virginia Raggi, il sindaco di Roma al suo posto di comando (Ansa)

Virginia Raggi, il sindaco di Roma al suo posto di comando (Ansa)

Roma, 28 agosto 2016 - L’ULTIMA parola spetta a lei. A Virginia Raggi, sindaco di Roma. E secondo fonti autorevoli, la prima cittadina non ha cambiato opinione. Dirà no alla Olimpiade nell’Urbe, anno del Signore 2024. Presto, persino in anticipo sulla scadenza ufficiale, che sarebbe fissata per il 7 ottobre. Ieri l’indiscrezione ha preso a girare negli ambienti della politica e dello sport italiano. Dal Coni è trapelata una reazione garbatamente… attendista: «A noi nulla risulta di ufficiale, anzi, recentemente avevamo colto segnali incoraggianti». Quali segnali, non è dato sapere.   LO SCHEMA. Per comprendere l’esatta dimensione della vicenda, occorre conoscere bene le procedure. A candidarsi per ospitare i Giochi non è una nazione, bensì una città. Naturalmente, con il supporto del governo, che eventualmente (vedi Monti a proposito della edizione del 2016) può porre il veto. Ma la premessa indispensabile è il ‘sì’ della amministrazione locale, per Los Angeles come per la Città Eterna, per Budapest come per Parigi. Questo passaggio è fondamentale, altrimenti non si capisce niente. L’allora sindaco Marino si era schierato a favore della Olimpiade. Con il pieno consenso di Matteo Renzi e del suo gabinetto. E forse quella è stata l’unica occasione in cui il Marziano del Campidoglio e l’inquilino di Palazzo Chigi si sono trovati sulla stessa linea. Poi nella capitale le cose sono precipitate, il premier ha preteso la liquidazione di Marino e magari, in una logica a cinque cerchi, ha firmato un clamoroso autogol. Perché poi le elezioni comunali le ha stravinte il Movimento Cinque Stelle. Che sempre si è proclamato contrario al ritorno della Fiaccola a Roma, sessantaquattro anni dopo la gloriosa edizione del 1960. E la procedura del Cio prevede che adesso la candidatura debba essere confermata Dal sindaco Raggi…   LA PARTITA. E qui si arriva al cuore del problema. Da quando Virginia Raggi ha assunto la carica di sindaco, Giovanni Malagò, il numero uno del Coni, ha cercato in ogni modo di allacciare un rapporto positivo con l’erede del Marziano. Con esiti non esattamente entusiasmanti, se si pensa che a Rio i rappresentanti delle altre città candidate ai Giochi del 2024 erano presenti a fare campagna elettorale. Per l’amministrazione capitolina, zero virgola zero. Di una Olimpiade italiana hanno parlato il citato Malagò e ovviamente Renzi quando si è materializzato per la cerimonia inaugurale, ma i leader delle altre metropoli hanno avuto buon gioco nel segnalare, a livello Cio, l’oggettiva debolezza della soluzione Roma. Soluzione che potrebbe dunque svanire all’orizzonte presto, prestissimo. Del resto i grillini sono coerenti. Non hanno mai apprezzato l’ipotesi. In campagna elettorale Virginia Raggi continuava a ripetere: la gente mi chiede di risolvere il problema della spazzatura, nessun romano è venuto da me a sollecitare l’appoggio ai Giochi. Immaginare che possa cambiare idea solo perché azzurri e azzurre hanno brillato sul palcoscenico di Rio, insomma, richiede una enorme dose di ottimismo!   IL VERDETTO. Comunque in casa Coni, il comitato olimpico nazionale, non alzano bandiera bianca. Dicono di crederci ancora. Immaginano di andare a Lima, fra un anno, a contare i voti per vincere. L’impressione è che siano, in perfetta buona fede, prigionieri di una illusione.