Nuova Rossa targata "Alfa" per ripartire

PER la prima volta dopo ventitré anni, una Ferrari da Gran Premio è stata svelata al mondo in assenza del suo presidente. Non accadeva dal 1992: allora l’avvocato Montezemolo, appena tornato a Maranello, disertò il debutto della F 92 A.

Eppure, di Sergio Marchionne c’è già qualcosa, sulla macchina che dovrà restituire il sorriso ai tifosi della Rossa. Clamorosa, infatti, è la decisione di sostituire il marchio Fiat con il logo dell’Alfa Romeo: un segnale ben preciso di una logica industriale che si estende alla F1, avendo l’ad di Fca scommesso fortissimo sul rilancio del Biscione. Tradotto: la Ferrari smette di essere provincia indipendente, da simbolo che era diventa a tutti gli effetti il traino di un gruppo multinazionale. E’ un cambio di filosofia, da non sottovalutare anche in prospettiva. Ci può stare, del resto nel 1929 la Scuderia nacque con il giovane Drake impegnato a far correre le Alfa.

Oggi un Cavallino rampante e pimpante in pista potrà farle vendere, le Alfa. Non è esattamente la stessa cosa, ma i tempi cambiano (e i presidenti pure). Dopo di che, conviene spingerla con il cuore, la SF 15 T. Non potrà essere vincente nell’immediato, troppo pesante è il distacco nei confronti di Mercedes e dei vassalli (Williams in primis) di Stoccarda. Ma l’entusiasmo di Arrivabene è contagioso e Vettel scommette sul binomio tagliatelle+birra, lasciando a Raikkonen il compito di portare la vodka per il brindisi finale. Mettiamola così: a questa Ferrari ‘targata’ Alfa chiediamo una ripartenza. Una inversione di tendenza. Serviranno lavoro e pazienza. La passione, quella, a Maranello non manca mai.