Giovedì 25 Aprile 2024

Maverick già un fenomeno, Vale non invecchia mai. Ma la battaglia deve iniziare

IL COMMENTO

Firenze, 10 aprile 2017 - Sceneggiatura perfetta, o perfida, a seconda dei punti di vista. E così i sorrisi della Yamaha stridono accanto alla rabbia e alla delusione della Honda e della Ducati. Quattro giri appena e la fortuna (o sfortuna, dipende sempre dal punto di vista) ha deciso di dire la sua sul Gp d’Argentina. Ok, guardiamo le cose con occhio più attento e cerchiamo di capire quello che dopo la gara di ieri va oltre il risultato, il podio e la classifica. Viñales è forte, fortissimo, ma lo si era già capito durante l’inverno e in Qatar. Dunque, se adesso sulla sua M1 ha deciso di salire anche la sorte, per gli avversari comincia davvero a farsi dura. Lo spagnolo della Yamaha archiviati i primi due Gp della stagione diventa così l’uomo da battere. Il favorito. Il mix (micidiale) di bravura, concretezza e buona sorte è roba da predestinati.

Un po’, come questo 2017, sta cercando di fare con Valentino. Rossi c’è, lo si era già capito, e la prova di forza di ieri è la dimostrazione che, almeno in questa prima fase della stagione, è proprio lui, l’unico capace di non far dormire sonni tranquilli a Viñales. Già, ancora una volta i due compagni di box chiamati a dimostrare che l’uno è più forte dell’altro. E qui arriva la seconda sceneggiatura perfetta a imprevedibile (ma anche perfida) con cui è partita la stagione.

Concetto numero due: la Ducati ha bisogno, prima ancora di dimostrare in pista la forza della sua Desmosedici, di ricorrere almeno a una benedizione. Lorenzo ha salutato tutti nemmeno dopo un giro (colpa di altri, comunque, ovvero Iannone). Dovizioso, come un anno fa (e c’era proprio Iannone di mezzo) si è trasformato in birillo. Che dire... la Ducati rimane ingiudicabile e sinceramente è sempre da considerarsi, a ragione, una moto forte, potente, consegnata nelle mani dell’esperienza del Dovi e dei numeri di Lorenzo. Quello che non va? Il rapporto con la dea bendata.

E il discorso assomiglia molto a quanto è capitato in casa Honda. Via Marquez (subito) e via Pedrosa (abbattuto a metà gara). Per pagelle e commenti sul 2017 del campione del Mondo e del suo compare bisognerà ripassare più avanti. Tutto questo per sottolineare che la battaglia della stagione non è ancora iniziata. All’appello manca un pacchetto di big troppo folto per trovarci davanti a una fotografia precisa dell’assetto del campionato. Vinales e Rossi però, intanto ne approfittano. Zitti zitti, bravi e furbi a rispondere subito di sì quando la fortuna ha chiesto loro di salire sulla Yamaha.