Mercoledì 24 Aprile 2024

Mondiali 2018, Serbia-Svizzera 1-2. Polemica per l'esultanza 'kosovara' di Xhaka e Shaqiri

I due svizzeri hanno steso la nazionale di Belgrado ed entrambi hanno festeggiato mimando l'aquila della Grande Albania. Ct serbo: "Per noi giustizia selettiva: Var come il Tpi dell'Aja"

Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri, origini kosovare, festeggiano il gol alla Serbia (Ansa)

Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri, origini kosovare, festeggiano il gol alla Serbia (Ansa)

Kaliningrad (Russia), 23 giugno 2018  - La politica e le tensioni tra Serbia e Kosovo entrano a gamba tesa sui Mondiali 2018. Non è passata inosservata l'esultanza di Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri, svizzeri di origine kosovara, che hanno steso la nazionale di Belgrado 1-2 in Russia, ed esultato mimando con le due mani l'aquila della bandiera albanese.

Il gesto ha causato polemiche per via delle sempre delicate relazioni diplomatiche tra Serbia e Albania sulla questione Kosovo. "Nel calcio ci sono sempre emozioni e quello che ho fatto è stato solo un'emozione. Ero molto felice di aver segnato un gol, tutto qui. Non si dovrebbe parlare di questo", ha cercato di sdrammatizzare Shaqiri, ma la frittata era ormai fatta.

Tace invece Granit Xhaka (nato a Basilea ma figlio di kosovari), che in passato ha discusso, con tanto di lettera aperta, della sua volontà di giocare per il Kosovo ma di non poterlo fare avendo già rappresentato la Svizzera in competizioni ufficiali. Suo padre, quando era studente, è stato detenuto per aver partecipato a manifestazioni di protesta contro il regime di Belgrado. Suo fratello Taulant, più anziano di un anno e mezzo, ha scelto invece di giocare per la nazionale dell'Albania.

Ma la Federcalcio serba (Fss) non ci sta e ha presentato ricorso alla Fifa sia per l'arbitraggio ritenuto scorretto del tedesco Felix Brych, sia per l'esultanza degli svizzeri 'kosovar'. In particolare la federazione serba contesta il mancato rigore per un evidente fallo in area ai danni di Mitrovic, fermato e atterrato da due avversari. L'arbitro, sostiene la Federcalcio serba, non neanche visionato il Var. Il ricorso riguarda inoltre il comportamento ritenuto provocatorio e scorretto dei calciatori Xhaka e Shaqiri, che hanno esultato per le loro reti facendo un gesto con le braccia e le mani a richiamare l'aquila albanese, simbolo della 'Grande Albania'. Un progetto nazionalista che la Serbia denuncia regolarmente con riferimento alla presunta volontà di tutte le popolazioni di etnia albanese della regione balcanica di creare un unico grande stato, la Grande Albania appunto. La Serbia ha protestato anche perché Shaqir aveva sugli scarpini una bandiera del Kosovo.

Il commissario tecnico della Svizzera Vladimir Petkovic, che è di origini bosniache, ha cercato di gettare acqua sul fuoco dichiarando che "non si dovrebbe mescolare la politica con il calcio, è bello essere un tifoso di calcio ed è importante mostrare rispetto". 

Mentre ha difeso i propri compagni di squadra il capitano svizzero Stefan Lichsteiner, che parlando ai microfoni di Mediaset dopo la partita ha dichiarato: "Xhaka e Shaqiri hanno fatto bene. I serbi ci stavano provocando da giorni, e poi credo che le botte si danno e si prendono, e loro non sono angeli. Per me va bene. C'è stata una guerra durissima per molti genitori dei nostri giocatori. C'erano pressioni e provocazioni, quindi per me va tutto bene".

Il ct della Serbia Mladen Krstajic inizialmente aveva evitato la polemica: "Non ho commenti da fare, io sono un uomo di sport e non faccio caso a certe cose. Sono sempre stato così, e continuerò ad esserlo". Poi, il giorno dopo il ct si è sfogato: "Noi serbi vittime di una giustizia selettiva", ha detto a proposito del rifiuto da parte dell'arbitro Brych di visionare il Var. "Purtroppo solo i serbi, a quanto pare, vengono condannati sulla base di una giustizia selettiva. Prima il maledetto Tribunale internazionale penale dell'Aja (Tpi), oggi nel calcio il Var", avrebbe tuonato il ct, citato dai media a Belgrado. Una frase che mette sullo stesso piano la tecnologia che ieri non è stata consultata per l'episodio incriminato dall'arbitro Brych e l'organo giudiziario delle Nazioni Unite a cui è stato affidato il compito di perseguire i crimini commessi nell'ex Jugoslavia negli anni Novanta. 

La polemica, avendo tirato in ballo la politica, non poteva non coinvolgere proprio i politici. I media serbi denunciano interventi 'provocatori' da parte di esponenti politici kosovari, che prima, durante e dopo la partita di ieri sera a Kaliningrad, avrebbero postato sui social con toni nazionalistici e antiserbi, a sostegno dell'irredentismo kosovato-albanese. Come il ministro degli esteri del Kosovo Behgjet Pacolli, che prima del match ha scritto su Twitter di sperare che gli 'albanesi kosovari' sconfiggano la Serbia, nonostante l'avversario dei serbi sarebbe stata la Svizzera. "Batteranno stasera i nostri ragazzi la Serbia? Penso di sì". 

Flora Citaku, ambasciatore del Kosovo negli Stati Uniti, si è quasi commosso. In un tweet dopo la partita scrive che i gol degli albanesi Hhaka e Shaqiri sono qualcosa di storico per il Kosovo. "Due albanesi del Kosovo hanno determinato oggi la vittoria della Svizzera sulla Serbia. Le loro famiglie ottennero asilo in Svizzera durante la guerra in Kosovo (di fine anni novanta, ndr). Oggi hanno segnato e hanno vinto. Lo sport è a volte qualcosa di più dello sport. Oggi avete portato sulle spalle la nostra storia. Vi voglio bene". Parte della stampa svizzera, il quotidiano Blik, ha criticato l'esultanza dei due giocatori: modo di festeggiare 'inutile e stupido'.